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di Emilia Morelli
Trascorrono le ore e la possibilità di elezioni anticipate appare sempre più vicina. Le dichiarazioni di Conte che è tornato a chiedere “risposte chiare” altrimenti “sarà impossibile condividere una responsabilità diretta di governo” da un lato, Lega Fdi e Forza Italia che spingono per il voto dall’altro sono tutti tasselli di un mosaico che si va delineando e che avvicina le dimissioni irrevocabili di Mario Draghi.
Inoltre, il M5s si sta sempre più consumando in una faida interna tra chi condivide la strategia ultimativa adottata da Conte e un’ala più moderata e governista che invoca una tregua tra il leader dei pentastellati e il premier in attesa dell’intervento di Draghi al Senato. Tra coloro che hanno chiesto la tregua vi è il ministro Federico D’Incà che ha sottolineato l’importanza di proseguire con le riforme necessarie a conseguire gli obiettivi del Pnrr, per i progetti collegati, per il bene del Paese. D’Incà ha posto, peraltro, l’accento sulle difficolta cui andrebbe incontro il M5s in caso di voto anticipato.
Fautori del voto anticipato sono, invece, apertamente Salvini e Berlusconi. I due si sono incontrati nella residenza estiva in Sardegna del Cavaliere. “Le nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte – contraddistinte da ultimatum e minacce – confermano la rottura di quel “patto di fiducia” richiamato giovedì dal Presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni” hanno fatto sapere attraverso una nota congiunta il leader del Carroccio e quello di FI che prosegue, “con il consueto senso di responsabilità, hanno dunque concordato di attendere l’evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini”. I due hanno poi ribadito che “sia da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità”.