
di Carlo Longo
Si intensificano gli sforzi della diplomazia europea per tentare di trovare una soluzione alla crisi in Ucraina. Il presidente francese, Emmanuel Macron, volerà a Mosca e per incontrare il 7 febbraio il presidente russo Vladimir Putin e il giorno dopo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev. Lo ha reso noto l’Eliseo. Il tentativo di Macron si inserisce nel tentativo di determinare una de-escalation della crisi ucraina e segue ad una serie di contatti telefonici non solo con i presidenti di Russia e Ucraina ma anche con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. L’Eliseo ha precisato che i colloqui si tengono in coordinamento con i partner europei ed effettivamente la visita di Macron è stata preceduta da numerosi contatti telefonici con gli omologhi europei.
In questo quadro l’Europa è coesa nel ritenere che la Russia utilizzi le forniture di gas impropriamente. La presidentessa della Commissione europea Ursula von der Leyen ha, infatti, dichiarato: ”La Russia sta esercitando pressioni militari sull’Ucraina e utilizza le forniture di gas come leva su di noi, ecco perché Nord Stream 2 non può essere escluso dall’elenco delle sanzioni, questo è molto chiaro”. Inoltre la von der Leyen ha aspramente criticato la condotta di Gazprom affermando: “Di fronte all’aumento della domanda e all’incremento dei prezzi altri fornitori di gas hanno aumentato notevolmente le loro consegne, ma non Gazprom. L’azienda, che appartiene allo stato russo, semina dubbi sulla sua affidabilità”.
Sulla crisi è intervenuto nuovamente il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ritiene gli interventi europei controproducenti. “Lo dico apertamente, purtroppo gli occidentali non hanno fino ad ora aiutato per la soluzione del conflitto. Non hanno fatto altro che peggiorare le cose”, ha dichiarato Erdogan al canale turco della Cnn durante il volo di rientro da Kiev.
Intanto Russia e Cina hanno chiesto esplicitamente che la Nato fermi ogni ulteriore progetto di espansione. I presidenti dei due Paesi, Vladimir Putin e Xi Jinping, in una dichiarazione congiunta hanno fatto sapere: “Le parti si oppongono a una ulteriore espansione della Nato e chiedono che l’Alleanza atlantica eviti di adottare approcci ideologici derivanti dai tempi della Guerra Fredda. La Nato deve rispettare la sovranità, la sicurezza e gli interessi degli altri Paesi, e la diversità delle loro culture e tradizioni storico culturali, e accettare lo sviluppo pacifico di altri governi”. Nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia cinese Xinuha prima della partenza, Putin ha rimarcato la vicinanza tra Mosca e Pechino sulle grandi questioni internazionali, e, parallelamente, la loro distanza da Washington.