Curriculum Vitae: La strabiliante storia di Nives Meroi e le donne da ringraziare

di Deborah Baranes

Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, dicono. O meglio hanno detto. Perché i tempi sono cambiati e gli anni sono passati e adesso un conduttore non può azzardarsi  a dirla, questa frase. E se, nel presentare una delle vallette del  festival di Sanremo, dice “Una donna che ha scelto di stare un passo indietro a un grande uomo” , le femministe si sentono in dovere di scendere in campo. Indietro? Gridano. E Dietro a chi? Aggiungono. Dietro significa in ombra. Significa Eclissata. Perché la donna deve sempre stare in ombra? Strillano con sdegno.

Che male c’è, se scegli? Penso io. Se fosse costretta, capirei l’indignazione. Ma con tutte le mogli bambine e le schiave del sesso e le donne martorizzate da mariti violenti, possibile che ci scandalizzi una donna che liberamente decide di stare “dietro”? Possibile che le donne abbiano sempre e solo due strade davanti? O stanno “dietro”. E vengono disprezzate dalle altre donne. O stanno “avanti”. E spesso perdono il loro uomo per strada.

Nives Meroi è la più grande alpinista italiana. Di lei Erri de Luca ha detto: «Tre alpiniste hanno già scalato undici di quelle immensità e si avvicinano al traguardo. La più forte di loro e di tutti i tempi si chiama Nives Meroi ed è italiana. […] Perché Nives Meroi ha salito le sue cime asfissianti senza uso di bombole di ossigeno e senza impiego di portatori di alta quota, i climbing sherpa. […] Le altre due alpiniste intendono diversamente l’impresa, una ha impiegato ossigeno, l’altra adopera portatori di alta quota che si sobbarcano di tutto il peso sulle spalle, scavano la piazzola, montano la tenda e fanno trovare il tè caldo già pronto»

Davanti. Questa Nives sta decisamente avanti, pensi mentre leggi. Questa non sta dietro proprio a nessuno, pensi mentre leggi. E poi continui a leggere e scopri che sono la prima coppia in assoluto ad aver scalato tutti i 14 ottomila senza l’uso di ossigeno supplementare né portatori d’alta quota. Gli ottomila? Devo andare su wikipedia per scoprire cosa sono i 14 ottomila: Sono le 14 montagne della Terra che superano gli ottomila metri. Tutte e 14. Lei ha scalato i 14 ottomila senza ossigeno né aiuti.

Anzi no. Loro. Le hanno scalate tutte e 14. Insieme. Si sposano nel 1989. Nel 1990 tentano il K2 e l’Everest. Nel  1998 scalano in coppia il Nanga Parbat. Lei è la prima donna italiana in vetta. Nel 2003, compiono la traversata dei tre ottomila Gasherbrum I, Gasherbrum II e Broad Peak. E’ la prima donna al mondo a compiere quest’impresa. Nel 2006, raggiungono la vetta del K2. Da soli, senza ossigeno supplementare e senza aiuti. E’ la prima donna italiana che conquista la vetta della montagna.

Nel 2007 conquistano l’Everest e lei è la prima donna italiana in vetta senza ossigeno supplementare. Tentano. Scalano Compiono Raggiungono e Conquistano. Non c’è un verbo al singolare. Insieme. C’è una donna che ne ha trovata un’altra di strada: Così evidente. Una strada che sembra una pista di atterraggio illuminata nel buio, una strada verso cui tutti dovremmo puntare, ma siamo troppo impegnati a disprezzarle, quelle che stanno dietro, o a compatirle, quelle  rimaste sole per aver sgomitato avanti. Non c’è uno davanti e uno indietro. Accanto.

Scalano e compiono e raggiungono e conquistano uno accanto all’altro. E poi arriva il 2009: Nives Meroi è in corsa con altre due alpiniste per diventare la prima donna ad aver scalato i quattordici ottomila della Terra. La coppia si trova a 7500 metri, quasi in cima alla terza vetta più alta del globo, il Kanghchenjonga. Suo marito si sente male e si ferma. Nives, che è andata avanti, deve aspettarlo, e poi scendere per portargli una borraccia. “Dopo quasi trent’anni di montagne salite insieme sono arrivata io per prima. Strano”.

Strano. Quando sei abituata a Accanto, Davanti e Dietro ti sembrano parole strane. Lui le dice di continuare da sola, ma lei si rifiuta. “No, scendiamo insieme. Adesso. Non ti farò aspettare qui” è la risposta. Abbandona la gara, rinunciando a una cima utile per la vittoria. Giù, insieme a lui. Il malore del marito si rivelerà un segnale di una malattia grave: un’aplasia midollare che comporterà, tra le tante difficoltà, due trapianti di midollo osseo, e che lo terrà lontano dall’attività per più di due anni.

Ma lui guarisce, e dopo una lunga riabilitazione, ritornano in quota. Nel 2014 sono in cima al Kangchenjunga (8.586 m), nel 2016 è la volta del  Makalu (8.485 m). Ai due manca solo l’Annapurna (8.091 m). Giovedì 11 maggio 2017, Nives Meroi e Romano Benet raggiungono la vetta del quattordicesimo ottomila dal versante settentrionale, come sempre senza l’ausilio di ossigeno supplementare né di portatori. L’alpinista è la seconda donna della storia a realizzare l’impresa. I due italiani, inoltre, sono i primi in assoluto a completare la sfida in coppia. «È stata la salita più impegnativa ma anche la più bella», racconterà Nives.

Lei da sola era la più grande alpinista italiana, ma è insieme al marito che diventano leggenda. Per iniziativa del Presidente della Repubblica, riceve l’onoreficienza di Commendatore dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana” . La motivazione recita ‘per gli eccezionali traguardi raggiunti nell’alpinismo di alta quota, un’attività che era rimasta a lungo prerogativa maschile’

Bisognerebbe dargliene una  per aver abbattuto anche una prerogativa femminile: stare sempre dietro. O davanti. Grazie, Nives, per aver scalato, e conquistato, l’Accanto. P.S: Per le femministe indignate: Non l’ha detta un uomo, quella frase lassù. E neppure una donna qualunque. L’ha detta Una donna che il femminismo non se lo è ritrovata come slogan, una che per la parità dei sessi ha lottato e attivamente. Una che ha scritto Mrs Dalloway. Virginia Woolf, sembra l’abbia detto lei.

Perché Dietro, c’è tutto ciò che non vedi. Il lavoro dei tecnici, e delle sartine, e di tutte quelle persone che l’attore protagonista ringrazia mentre solleva la statuetta dell’Oscar. Dietro, c’è qualcuno che ha fatto in modo che tu raggiungessi quel palco, gente che merita il premio quanto te, gente che hai l’obbligo di ringraziare quando la platea si alza a omaggiarti. Uomo, dietro di te c’è una donna, che ha messo da parte la sua vita per facilitarti il cammino. Ringraziala, ti sta dicendo Virginia Woolf.

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