Dl Aiuti Ter, Draghi: “Per sostegno a famiglie e imprese 14 miliardi, senza nuovi deficit”

di Corinna Pindaro

Il consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il decreto aiuti Ter. Il premier, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa che potrebbe essere l’ultima del suo mandato, ha spiegato che il nuovo provvedimento si articola su tre linee direttrici: “Aiuto alle famiglie e alle imprese per affrontare la crisi energetica e più in generale il caro vita. Intervento per accelerare le riforme strutturali del Pnrr. E dare attuazione alla diversificazione energetica dal gas russo, e verso le rinnovabili”.

Mario Draghi non poteva esimersi dall’aprire la conferenza stampa richiamando il disastro ambientale avvenuto nelle Marche. “Vorrei esprimere la vicinanza mia e di tutti noi a tutti i familiari delle vittime. Al momento sono 10 morti ma situazione è in evoluzione. Alla fine della Conferenza stampa andrò nelle Marche per esprimere di persona questa partecipazione di tutti noi. Curcio è là da stamattina, il Cdm ha deliberato lo Stato d’emergenza con 5 milioni per i primi aiuti”, ha detto il premier.

Draghi ha, poi, detto esplicitamente di non essere disponibile ad un nuovo mandato a Palazzo Chigi, infrangendo così i sogni di Calenda e di quanti speravano potesse accettare. Per quanto riguarda, invece, i temi trattati in primo luogo è da citarsi l’inflazione, cui il provvedimento tenta di fare fronte disponendo aiuti per famiglie e aziende, senza però fare nuovi deficit. “Per inciso, siamo a 14 miliardi oggi, più 17 miliardi del decreto bis, arriviamo a un importo di circa 31 miliardi. Sembra rispondere alla richiesta di uno scostamento di 30 miliardi, a meno che non si pensi a uno scostamento ogni mese”, ha chiarito il presidente del consiglio specificando che gli interventi contenuti nel dl Aiuti ter “si aggiungono ai quasi 50 dei mesi scorsi. Nel complesso parliamo di una cifra pari al 3,5% del Pil, che ci pone tra i Paesi che hanno speso di più in Europa. L’andamento dell’economia italiana ci consente di aiutare famiglie e imprese senza fare uno scostamento dei conti pubblici. Ripeto: sostegno all’occupazione, crescita per imprese e famiglie e più deboli: questa è l’agenda sociale del governo che ho avuto l’onore di presiedere. Non c’è motivo che ci si discosti se la crescita è accompagnata dall’equilibrio dei conti: le risorse ci sono. Quello che conta è che le riforme continuino: quello è l’ambiente favorevole per la crescita. La crescita non è prodotta dai governi ma dagli italiani”.

Scendendo nel dettaglio delle misure approvate, Draghi ha affermato: “il decreto  prevede l’estensione dei crediti di imposta, un rafforzamento ed un ampliamento dei beneficiari. Da oggi centinaia di piccole imprese ne avranno accesso. Prevediamo un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani che guadagnano meno di ventimila euro”. Inoltre, “il sistema bancario ha mostrato disponibilità a lavorare insieme per il Paese che significa essere pronti a dare prestiti al tasso dei Btp senza commissioni aggiuntive alle imprese per il pagamento della bolletta: questi prestiti saranno garantiti dallo Stato ma con una garanzia gratuita. Di fatto è una rateizzazione delle bollette”. Il premier ha, inoltre, evidenziato nuovamente che “sul fronte della diversificazione energetica abbiamo ora tempi rapidi e certi per il rigassificatore di Piombino che è una cosa essenziale”.

Durante l’incontro Draghi, rispondendo ad una domanda,  ha parlato della questione della delega fiscale, ricordando che “c’era un accordo con tutte le forze politiche, cioè che la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. Il governo si è impegnato a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola. Tutte le forze politiche, tranne una -la Lega- che non ha mantenuto la sua parola e non l’ha votata. La prima riflessione da fare è quindi che noi abbiamo cercato di fare il possibile. Non mantenere la parola data non è il metodo di questo governo, c’è una grossa differenza tra chi la mantiene e chi no”.

Per quanto attiene alla crisi internazionale innescata con la guerra in Ucraina, Mario Draghi ha sottolineato che “le sanzioni funzionano. Bisogna capire questo, altrimenti non si capirebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin e bisogna continuare su quel fronte di sostegno all’Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il paese”. Tuttavia, il presidente del consiglio si dice consapevole che nella compagine politica c’è anche “chi parla di nascosto con i russi, chi vuole togliere le sanzioni”.

La descrizione degli aspetti più tecnici è stata rimessa al ministro dell’Economia, Daniele Franco, e al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Nel dl Aiuti Ter, Franco ha spiegato che vengono stanziati “14 miliardi nel complesso” e “all’energia abbiamo dedicato 33 miliardi, con i dieci di oggi diventano 43. L’indebitamento resta al 5,6%, indicato nella Nadef e nel Def”.

Il titolare del Mef ha richiamato, inoltre, la necessità di continuare a sostenere il sistema produttivo. In proposito nel Dl Aiuti Ter è stata allargata la platea di beneficiari che potranno accedere al credito d’imposta per compensare i costi dell’energia e sono stati incrementati gli aiuti rafforzati al bimestre ottobre-novembre che potranno essere facilmente estesi a fine anno. Nel dettaglio beneficeranno del credito d’imposta le imprese sotto i 16,5 kilowatt/ora di consumo, aggiungendo ai beneficiari «circa due milioni di imprese”. Franco si è detto convinto che “se vi sarà un tasso adeguato di crescita, penso che la politica economica possa restare positiva, di sostegno alla crescita”.

Sulla strategia messa in atto per contrastare l’aumento dei costi dell’energia è intervenuto Roberto Cingolani che ha parlato di ottime chance che il Consiglio straordinario Ue sull’energia approvi il 30 settembre un “price cap”, e la “tendenza” è a un provvedimento generalizzato sul gas focalizzato sulle forniture via gasdotto.

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