Domenica delle Palme, Papa Francesco non legge l’omelia: “E’ stanco”

Nell’ambiente vaticano, si percepisce un senso di incertezza, ma non di allarme. Jorge Mario Bergoglio, 87 anni, sta attraversando diverse problematiche di salute. Ma comunque non sembra intenzionato a fermarsi

È il momento più significativo dell’anno liturgico, e per coloro che lo celebrano, uno dei periodi di maggiore intensità. I cristiani commemorano la morte e la risurrezione di Gesù, e ieri, in occasione della Domenica delle Palme che segna l’inizio della Settimana Santa, Papa Francesco ha scelto di non tenere l’omelia. In particolare  mentre si trovava sul sagrato, un collaboratore gli si è avvicinato per offrirgli gli occhiali, ma ha declinato l’invito. Al gesto in piazza San Pietro, tra le nuvole che si alternavano ai raggi di sole, è sceso un silenzio durato alcuni minuti.

Nell’ambiente vaticano, si percepisce un senso di incertezza, ma non di allarme. Jorge Mario Bergoglio, 87 anni, sta attraversando diverse problematiche di salute. Durante l’inverno, ha sofferto in più occasioni di bronchite. Lo scorso anno, in questo periodo, è stato ricoverato d’urgenza al policlinico Gemelli, ma riuscì comunque a presiedere le celebrazioni della Settimana Santa. In passato, dopo la Messa delle Ceneri all’Aventino, in una basilica di Santa Sabina sempre fredda, ha dovuto cancellare alcuni impegni a causa di raffreddori.

I problemi di salute di Bergoglio sono tornati alla fine di novembre, poi a gennaio e di nuovo alla fine di febbraio, quando ha contratto un’influenza. Nonostante abbia iniziato a riprendersi, la sua voce appare affaticata. Il suo recupero è altalenante: all’inizio di marzo ha visitato una parrocchia romana, tenendo l’omelia, partecipando spontaneamente e interagendo con l’assemblea, prima di confessare personalmente dieci fedeli. Tuttavia, spesso in queste settimane ha delegato a un collaboratore la lettura dei discorsi che ha preparato. In occasione della Domenica delle Palme il Papa ha scelto di non leggere l’Omelia, una possibilità prevista dalle norme liturgiche, ma di cui Papa Francesco non aveva mai usufruito.

Alcuni hanno cercato di stabilire un parallelo con Giovanni Paolo II, che nel 2005 non tenne l’omelia. Tuttavia, la situazione era completamente diversa. Il Papa polacco era estenuato, e poco dopo morì. Nel caso di Francesco, la scelta appare essere motivata dal desiderio di non eccedere. Anche se continua a lavorare instancabilmente, incontrando decine di persone ogni giorno, è consapevole dell’avanzare dell’età. Non vuole abbandonare il “popolo di Dio” senza il suo pastore, soprattutto durante questo periodo cruciale dell’anno, ma, nonostante l’immagine che alcuni dipingono di lui come un gaucho anarchico, segue attentamente i consigli dei medici e degli infermieri. L’anno scorso accettò di non partecipare alla Via Crucis al Colosseo il venerdì e, alla fine dell’anno, rinunciò con riluttanza a recarsi a Dubai per il vertice sul clima. Nelle settimane scorse si è sottoposto a controlli presso il policlinico Gemelli dell’isola Tiberina. Ieri, alla fine della messa, ha letto regolarmente gli appelli finali dell’Angelus, pregando per le vittime del “vile” attentato a Mosca, per l’”martoriata Ucraina” e per Gaza, che soffre molto.

Nei prossimi giorni del resto non mancheranno gli impegni: la Messa del Crisma giovedì mattina e, successivamente, il Triduo Pasquale -la lavanda dei piedi giovedì pomeriggio presso la sezione femminile del carcere di Rebibbia- la rievocazione della Passione del Signore venerdì, seguita dalla Via Crucis al Colosseo, la Veglia Pasquale sabato sera e la Messa di Pasqua e la benedizione “Urbi et Orbi” domenica. Un tour de force per il quale è necessario dosare bene le energie e il fiato.

Nonostante sia cauto, Jorge Mario Bergoglio non si ferma. Non ascolta chi gli consiglia di prendersi una pausa. Come afferma il nipote, il gesuita argentino José Luis Narvaja, “si ammalerebbe se si fermasse”. Bergoglio è così, trae energia dagli incontri, il suo essere prete tra la gente accende la sua creatività pastorale. L’agenda dei prossimi mesi è densa. C’è un documento in arrivo dalla Congregazione per la Dottrina della Fede in occasione del 75º anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, i lavori di preparazione del Sinodo e del Giubileo, gli incontri con i suoi cardinali consiglieri.

E poi ci sono i viaggi: a Venezia il 28 aprile per visitare il padiglione della Santa Sede alla Biennale, a Verona il 18 maggio e a Trieste il 7 luglio per la Settimana Sociale dei Cattolici. In modo discreto, in Vaticano si sta lavorando al viaggio in Belgio in autunno e a una trasferta che dovrebbe durare ben 13 giorni tra fine agosto e inizio settembre: Singapore, Timor Est, Papua Nuova Guinea e Indonesia. Si tratta di un programma leggero, con pochi eventi ogni giorno e lunghe pause per il riposo, ma la preparazione è in corso.

Papa Francesco  in tutto questo sembra non perdere l’ironia e scherza sulla situazione. “Un tempo i Papi usavano la sedia gestatoria”, ha detto l’altro giorno ai dirigenti e ai dipendenti della Rai durante un’udienza. “Oggi le cose sono cambiate”, ha continuato, indicando la sedia a rotelle.

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