Draghi sottolinea comunque che affinché le aspirazioni diventino reali occorre cessare le ostilità. “Un requisito essenziale per procedere con la collaborazione è che il cessate il fuoco continui”, aggiunge Draghi spiegando che questa è la condizione indispensabile per pensare di “riportare l’interscambio economico e culturale ai livelli di 5-6 anni fa”.

Il viaggio, secondo Draghi, si è rivelato positivo. In attesa di conoscere i futuri sviluppi su un eventuale accordo Roma-Tripoli dichiara: “È stato un incontro straordinariamente soddisfacente. Abbiamo parlato della cooperazione in campo infrastrutturale, energetico, sanitario e culturale. L’Italia aumenterà le borse di studio per gli studenti libici e l’attività dell’Istituto di Cultura italiano. Si vuole fare di questa partnership una guida per il futuro nel rispetto della piena sovranità libica”. Draghi introduce. poi,  il tema dell’immigrazione sul quale si è spinto a fare i complimenti alla Libia per i “salvataggi in mare”.   In particolare, questa affermazione ha esposto il Presidente del Consiglio ad alcune critiche relative ai numerosi episodi di violenza da parte della Guardia Costiera Libica che si sono consumati nei centri di reclusione dove i naufraghi sono trattati in maniera inumana e degradante. In proposito Draghi spiega: “Sull’immigrazione c’è soddisfazione per quel che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia. Ma il problema non è solo geopolitico ma anche umanitario, da questo punto di vista l’Italia è uno dei pochi Paesi, forse l’unico, che continua a mantenere attivi i corridoi sanitari. Il problema dell’immigrazione per la Libia non nasce solo sulle coste libiche ma si sviluppa sui confini meridionali della Libia e c’è un dialogo per aiutare il governo libico anche in quella sede. Terrorismo, crimine organizzato e traffico di esseri umani sono questioni comuni tra di noi che dobbiamo risolvere insieme, lavorare insieme per trovare meccanismi pacifici”.

Negli ultimi anni di conflitto, in Libia si erano imposti  due Paesi. Da una parte, a sostegno del generale Haftar, la Russia di Vladimir Putin, dall’altra la Turchia che ha inviato suoi uomini per dare sostegno militare al Governo di Accordo Nazionale di al-Sarraj, mentre l’Italia è stata lasciata in disparte e sullo sfondo. Ma, come ha ricordato lo stesso Dbeibeh, l’Italia “è uno dei pochi Paesi che ha continuato a mantenere un rapporto e ha mantenuto l’ambasciata aperta a Tripoli anche in un periodo molto difficile” e la Libia ha un grande “interesse alla collaborazione strategica”.

Una collaborazione che troverà terreno fertile anche e sopratutto nel settore energetico, considerato il ruolo di primo piano ricoperto da Eni nel Paese: “Prevediamo un aumento di collaborazione dell’Italia nel settore elettricità ed energia – sottolinea Dbeibeh – Era già previsto nell’accordo di amicizia, abbiamo avuto contatti con l’Eni in questo senso. L’Eni è molto importante nella collaborazione con la Libia per elettricità ed energia. La Libia auspica di sfruttare i suoi investimenti in Italia e risolvere tutti i problemi sospesi in questo settore per andare avanti nello sviluppo delle relazioni tra i due Paesi”.