Draghi al Cdm: “Avanti su emergenze e Pnrr, ci sarà tempo per i saluti. Rimettiamoci a lavoro”

di Corinna Pindaro

“Anche i banchieri centrali hanno un cuore”: è commosso Mario Draghi alla Camera, accolto da una standing ovation,  un attimo prima di salire al Quirinale e rassegnare le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha, così, sciolto le Camere e si andrà al voto il 25 settembre. Il governo Draghi, invece, resterà in carica per gli affari di ordinaria amministrazione finchè non ci sarà l’ufficiale passaggio del testimone.

Arrivato in Consiglio dei ministri Draghi, ha innanzitutto ringraziato il presidente della Repubblica “per la fiducia accordatami e per la saggezza con cui ha gestito questa fase di crisi. Voglio poi ringraziare voi tutti, per la dedizione, la generosità, il pragmatismo che avete dimostrato in questi mesi”.

“Dobbiamo essere molto orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto, nel solco del mandato del Presidente della Repubblica, al servizio di tutti i cittadini. L’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo. Lo avete dimostrato giorno dopo giorno in questi mesi di Governo”, ha continuato l’ex presidente Bce.

Con la risolutezza che lo contraddistingue il presidente del Consiglio dimissionario è passato all’esame delle numerose attività che il governo sarà chiamato a compiere nei prossimi mesi. “Dobbiamo fare fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà”, ha detto Mario Draghi che ha aggiunto, “L’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo. Lo avete dimostrato giorno dopo giorno in questi mesi di Governo. Ora dobbiamo mantenere la stessa determinazione nell’attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato”.

“Porterò con me un ricordo molto bello di queste riunioni, degli scambi che ho avuto individualmente con voi. Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro”, ha concluso Mario Draghi.

Sono, effettivamente, numerosi i provvedimenti in agenda. Dovrà essere disposto un nuovo decreto aiuti, a sostegno di famiglie ed imprese contro l’impennata dell’inflazione, i rincari benzina e il caro energia. La guerra in Ucraina potrebbe imporre la necessità dell’invio di nuove armi a Kiev. Evitare il rischio di perdere i fondi del Pnrr sarà, però, la sfida del governo uscente. Per assicurarsi anche la prossima tranche da 19 miliardi andranno infatti approvati i decreti attuativi della riforma della giustizia civile, penale e tributaria (se verrà chiusa in Parlamento), quelli che rivedono il codice degli appalti e, dopo il via libera che si otterrà grazie allo stralcio delle norme sui taxi, anche quelli del ddl sulla concorrenza.

La legge di bilancio, nella quale Draghi aveva assicurato che ci sarebbe stato un nuovo taglio del cuneo fiscale, sarà probabilmente lasciata al nuovo governo. Si attende, invece, per settembre l’approvazione del Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza), che aggiornerà il quadro macro-economico ma senza dare indicazioni delle nuove politiche: il documento potrebbe non avere il quadro programmatico, ma solo quello tendenziale a legislazione vigente.

Inoltre, ci sono alcuni summit già fissati: a Settembre all’Assemblea dell’Onu parteciperà con ampia probabilità Mario Draghi, mentre al Consiglio europeo di fine ottobre e al  G20 di novembre potrebbe partecipare il nuovo premier.

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