Draghi al Global Health Summit: “Per la prima volta la normalità si avvicina”

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global-health-summitdi Corinna Pindaro

“Ancora no, ancora un paio di mesi” Mario Draghi replica così  di fronte ai fotografi che, al termine della conferenza stampa congiunta con Ursula von der Leyen, chiedevano ad entrambi mostrare il viso senza le mascherine per le foto di rito. Nel corso del Global Health Summit, a Roma, Draghi illustra il ruolo dell’Italia nel contrasto alla pandemia di Coronavirus e della cooperazione a livello europeo che- afferma il Premier- “aiuterà i Paesi a basso e medio reddito a produrre vaccini e farmaci”.

“Dopo un anno e mezzo, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Per la prima volta, la normalità si avvicina”,  Mario Draghi si espone con un bagliore si speranza al Summit, organizzato dalla presidenza italiana del G20 e dalla Commissione europea. L’incontro è  momento di riflessione collettiva da parte dei leader del mondo sulle lezioni apprese dalla pandemia di Covid-19 e sui passi necessari per scongiurare il rischio di nuove crisi sanitarie mondiali o quanto meno per aumentare il livello di preparazione e di contrasto. Parlando poi del turismo, il premier ha ribadito che “l’Italia avrà il suo green pass prima dell’arrivo di quello europeo”.

L’Italia, spiega inoltre il premier, “è favorevole alla sospensione dei brevetti, ma in modo mirato e limitato nel tempo”, per evitare di mettere “a repentaglio l’incentivo a innovare per le aziende farmaceutiche”. La proposta, tuttavia, da sola “non garantisce che i Paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini, dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate” anzi così facendo non si aiutano “i Paesi a basso reddito” a “produrre i propri vaccini”. Per questo motivo, continua Draghi, questi Paesi devono essere “sostenuti finanziariamente e con competenze specializzate”. Nel dettaglio spiega la sua posizione affermando che: “Le società farmaceutiche si sono impegnate e hanno messo in gioco anche la loro reputazione: è un passo molto importante che cambierà il panorama. Se manterranno l’impegno, molte delle controversie sui vaccini pur rimanendo importanti assumeranno un’importanza leggermente minore”.

Obiettivo del vertice è riaffermare la necessità di una “stretta e costante collaborazione internazionale per superare l’attuale pandemia e discutere su come evitare che nuove crisi sanitarie possano avere un impatto drammatico in termini di vittime e conseguenze economiche e sociali come quelle che ha avuto il Covid-19”.  Come comunemente si dice non bisogna abbassare la guardia e “i sacrifici fatti in questi mesi non devono rimanere vani”. E come spiega Draghi: “L’Italia ha promosso una strategia in quattro punti per aiutare i paesi più fragili del mondo. Allocare diritti speciali di prelievo, per sostenere la bilancia dei pagamenti dei paesi bisognosi. Rifornire rapidamente l’Associazione Internazionale per lo Sviluppo. Incoraggiare le banche multilaterali di sviluppo a potenziare le loro attività di finanziamento netto. E sospendere temporaneamente i pagamenti relativi al rimborso del debito per proteggere i paesi bisognosi. L’Italia è stata uno dei paesi colpiti per primi e più duramente dalla pandemia. Abbiamo imparato le nostre lezioni e vogliamo metterle a frutto. Nella veste di presidenza del G20, vogliamo guidare la spinta globale a progettare migliori risposte globali alle crisi sanitarie attuali e future”.

Al Summit di Roma vengono promossi progetti per aumentare la capacità produttiva dei vaccini e, soprattutto, fornire il prima possibile maggiori dosi ai Paesi a medio basso reddito. La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato un’iniziativa Ue a sostegno della capacità produttiva in Africa: “Stiamo lavorando strettamente con i nostri partner industriali per fornire vaccini ai Paesi a basso e medio reddito. Si sono appena impegnati a fornire 1,3 miliardi di dosi a questi Paesi nel 2021”.

“Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa”, aggiunge Draghi, “lo faremo insieme ad altri paesi partner, tra cui Francia e Germania”. Al momento l’Italia ha donato 86 milioni di euro al programma Covax e “altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati”, illustra Draghi che continua, “Oggi sono molto lieto di annunciare che questa settimana intendiamo aumentare in modo significativo questo contributo e incrementarlo almeno di 300 milioni di euro”

Il Presidente del Consiglio, inoltre,  ribadisce la centralità europea nell’Act Accelerator, il programma volto a garantire l’accesso alle cure contro il Covid, annunciato a ridosso del G-20 dell’aprile 2020 e dov’è inserito anche il progetto Covax. “L’anno scorso – rileva Draghi – l’equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono andati persi a livello globale, pari a circa quattro volte quelli persi durante la crisi finanziaria. Almeno 1,5 miliardi di studenti non hanno frequentato la scuola nel marzo dello scorso anno. Circa 700 milioni di studenti, ancora oggi, non ricevono un’istruzione in presenza”.

Al vertice, poi, viene adottato un documento finale, la “Dichiarazione di Roma”, considerata a Bruxelles una “tangibile guida per i leader del mondo su come evitare che la comparsa di virus si trasformi in una pandemia” ed è ritenuta, politicamente, una “celebrazione del multilateralismo sanitario”. Composta di cinque pagine e sedici principi destinati a cambiare l’approccio dei grandi del mondo nella lotta alla pandemia, in particolare tali principi servono a determinare, come si legge nel documento, “un orientamento volontario nell’azione presente e futura per la saluta globale”. Il dichiarato intento è di “migliorare la preparazione nella risposta e nella prevenzione, per una risposta coordinata e resiliente”.

Al Summit partecipano anche la Cina, oltre a Singapore, Spagna e Paesi Bassi in qualità di ospiti; il Portogallo (in qualità di presidente del Consiglio Ue), Norvegia (in qualità di co-presidente di ACT-Accelerator) e Svizzera. Sono presenti anche i leader delle organizzazioni internazionali e regionali quali Onu, Oms, Banca mondiale, Fmi, Ocse, Unione africana, Asean, Omc e Fao.

Tra i punti cardine della dichiarazione, vi è “l’accelerazione della fine della pandemia in corso, anche attraverso l’equa fornitura dei vaccini a livello globale”. Nel lungo periodo vengono individuate cinque aree su cui intervenire per non farsi trovare impreparati la prossima volta: solidarietà, equità, cooperazione multilaterale, buona governance e mettere le persone al centro della preparazione alla risposta alle pandemie, basandosi su scienza, dialogo e finanza sostenibile.

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