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E’ morto a Mosca Mikhail Gorbaciov, il nobel che chiuse l’Urss e cambiò la storia. Aveva 91 anni

La Russia quasi ignora il decesso, il mondo lo ricorda per il suo coraggio e la sua forza. Macron un “uomo di pace, che ha aperto una strada di libertà per i russi: il suo impegno per la pace in Europa ha cambiato la nostra storia comune”.

di Giulio Talarico

È morto Mikhail Gorbaciov. Lo ha annunciato ieri il Central Clinical Hospital della Russia, il nosocomio moscovita dove lo storico leader sovietico era ricoverato dallo scorso luglio. Aveva 91 anni. “Questa notte, dopo una grave e prolungata malattia, Mikhail Sergeyevich Gorbaciov è morto”, si legge nel comunicato rilasciato dall’ospedale e  diffuso dall’agenzia di stampa russa Tass.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel commemorare il decesso  dello statista russa ha definito Gobaciov un “leader fidato e rispettato che ha aperto la strada ad un’Europa libera”, mentre per il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, Gorbaciov “ha cambiato il corso della storia, il mondo ha perso un instancabile sostenitore della pace”.

Commenti di questo tenore sono stati espressi dalle più alte personalità internazionali, ma la notizia non ha avuto subito una grande eco in patria a riprova dello scarso amore di questo regime nei confronti di quello che tra il 1985 e il 1991 è stato ’ultimo segretario generale del Partito comunista. Gorbaciov fu un anticipatore dei sui tempi, l’uomo che capì prima di molti sui connazionali che la fine di un’epoca si era consumata e che con spirito innovatore varò profondi processi di riforma legati alla “perestrojka” e alla “glasnost”, vale a dire alla ristrutturazione e al cambiamento. Termini che poi sono entrati nella storia come simbolo della sua politica rinnovatrice e di quell’epoca che portò alla fine del regime comunista nato con la Rivoluzione d’ottobre

Gorbaciov è stato protagonista assoluto di una serie di eventi politici culturale e sociali che portarono alla prima alla dissoluzione dell’URSS e poi gradualmente alla dissoluzione dei regimi che stavano oltre la cosiddetta “cortina di ferro”, a cominciare dalla caduta del regime comunista di Berlino che portò alla riunificazione della Germania.

Un’attività di trasformazione dissolutiva che tentò di arginare la profonda crisi economica dell’Urss e che proprio per questo lo ha reso negli anni poco amato in patria. Ma è proprio grazie a questa sua politica di trasformazione che si arrivò alla fine della guerra fredda. Un risultato storico che nel 1989 gli fruttò la Medaglia Otto Hahn per la Pace e, nel 1990, del Nobel per la pace.

L’impegno per l’ambiente, le aperture verso sistemi democratici più avanzati e un certo atteggiamento critico verso il Cremlino di Vladimir Putin negli anni hanno portato Gorbaciov ad essere sempre di più rappresentato dalla comunicazione di stato russa a volte come un dinosauro del passato altre come un vero e proprio traditore della Patria, il che, naturalmente, ha distrutto la sua popolarità che invece è rimasta intatta a livello internazionale. Non a caso il presidente francese Emmanuel Macron ha saluta l’ultimo leader sovietico definendolo un “uomo di pace, che ha aperto una strada di libertà per i russi: il suo impegno per la pace in Europa ha cambiato la nostra storia comune”.

La Tass riferisce infine che ora Gorbaciov verrà seppellito accanto alla amatissima moglie nel cimitero di Novodevichy a Mosca. A quanto è dato di sapere al momento, non vi saranno funerali di Stato ma soltanto commemorazioni private.

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