Election day, il 12 giugno si vota per le elezioni amministrative e il referendum sulla giustizia

di Carlo Longo

Il  Consiglio dei ministri ha ufficializzato le date delle elezioni amministrative: 12 giugno il primo turno, con eventuale ballottaggio il 26 giugno, e referendum il 12 giugno. Lo ha fatto sapere tramite un post su Twitter il dem Stefano Ceccanti confermato da fonti ministeriali.

Sul fronte Comunali, saranno 24 i capoluoghi di provincia in cui si voterà, tra cui anche 4 capoluoghi di regione: Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro. I quesiti referendari saranno invece 5: riforma del Csm, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere delle toghe, custodia cautelare e abolizione della legge Severino. Sono stati, invece, ritenuti inammissibili secondo la pronuncia della Corte Costituzionale il referendum sulla cannabis, quello sull’eutanasia e quello sulla responsabilità dei magistrati.

La notizia di un unico giorno per la votazione è stata accolta in maniera positiva in dalla Lega, principale partito promotore del referendum sulla giustizia, che grazie all’accorpamento con il voto nelle città confida di avere più possibilità di superare il quorum del 50%. “Bene, è stata accolta la nostra proposta che consentirà un risparmio di 200 milioni agli italiani” ha commentato il segretario del Carroccio Matteo Salvini.

“L’election day, come il Movimento 5 Stelle ha ribadito più volte nei mesi più duri della pandemia, consentirà di evitare di ritornare alle urne in più occasioni”, ha detto Vittoria Baldino, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari costituzionali alla Camera, che ha continuato, “Non possiamo però non ricordare che a questo punto della legislatura ci sono temi prioritari da affrontare in ambito di elezioni, come dare la possibilità di esercitare il diritto al voto anche per i fuori sede, il voto elettronico e, soprattutto, portare avanti l’iter della legge elettorale promossa dal presidente della I commissione Giuseppe Brescia e già presente in commissione Affari Costituzionali, che prevede un modello proporzionale con sbarramento al 5 per cento, l’unico in grado di garantire una vera rappresentanza dei cittadini”.

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