Elezioni 2022, Berlusconi: “Spero nella riforma sul presidenzialismo e che Mattarella si dimetta”

di Carlo Longo

Silvio Berlusconi auspica che vi sia una riforma sulla forma di governo italiana, invocando un passaggio dalla forma di governo parlamentare a quella presidenziale. “Spero che la riforma costituzionale sul presidenzialismo si farà”, ha detto il Cavaliere aggiungendo che sarebbero necessarie le dimissioni dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, qualora la riforma passasse. Il leader azzurro non ha comunque escluso che Mattarella potrebbe essere effettivamente rieletto alla carica di Capo dello Stato, se risultasse il più votato dai cittadini. E’ chiaro, comunque, che in piena campagna elettorale le dichiarazioni di Berlusconi hanno suscitato un notevole scalpore.

Gli schieramenti sono divisi, da un lato il centrosinistra ha lanciato un allarme alla tutela della Costituzione e dall’altro anche nel centrodestra i membri della coalizione sono rimasti attoniti. Certo è che per il centrodestra auspicare ad una riforma costituzionale della forma di governo non è una novità. Forza Italia è dal 1995 che preme per la riforma, ed anche la collega Giorgia Meloni, per iscritto al terzo punto del programma elettorale ha preteso che fosse inserito l’impegno all’elezione diretta del Presidente della Reppubblica. Nonostante ciò, a sostenere le parole del Cavaliere è stato solo il suo partito. La Lega rimane, completamente, ai margini della discussione mentre la Meloni si è limitata a confermare l’utilità della riforma definita “seria ed economica”, perché “grazie alla stabilità si riesce a dare fiducia agli investitori”. Nulla di più. E ancor più prudente è il senatore di FdI, Ignazio La Russa: “Non voglio polemizzare con Berlusconi, ma credo che sia prematuro discutere oggi del tema di Mattarella”.

Ma le reazioni non si fermano. E sfiorano l’irritazione nel commento della terza carica dello Stato. “Il nostro presidente della Repubblica. Il presidente della Camera Roberto Fico ha, infatti, commentato: “Il nostro presidente della Repubblica ha un mandato di sette anni. Qualcuno se ne dovrebbe fare una ragione e non trascinare le istituzioni nella campagna elettorale”. Tra i politici, come prevedibile, Enrico Letta in risposta alle parole di Berlusconi ha incalzato: “Dimostra che la destra è pericolosa per il paese. Questa è una destra che vuole sfasciare il sistema perché, dopo aver fatto cadere il governo Draghi, è un preavviso di sfratto”. Letta ha, poi, previsto che dietro le parole di Berlusconi si celi  “un’evidente autocandidatura” al Quirinale.

Silvio Berlusconi, resosi probabilmente conto delle ripercussioni delle sue dichiarazioni, ha poi chiarito: “Non ho mai attaccato il presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni. Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella”. Inutile per Letta, convinto che al contrario sia “una conferma di quello che ha detto e che voleva dire” e che comunque per l’Italia il presidenzialismo “è un errore profondo”.

Nel frattempo anche Luigi Di Maio si è apertamente pronunciato contro le parole del numero uno di FI. “Adesso capiamo che vuole fare il presidenzialismo per buttare giù Mattarella. Non c’è niente di moderato in questo. Sta venendo fuori la maschera del centrodestra, a loro non sta bene nemmeno avere il garante della Costituzione”, ha detto il ministro degli Esteri  che ha aggiunto, “prefigura un semplice un accordo spartitorio: Giorgia Meloni premier, Matteo Salvini vicepremier e ministro dell’interno. Non permetteremo che le istituzioni siano piegate alle fameliche logiche spartitorie delle forze di destra”.  Carlo Calenda, invece, si è limitato ad invocare una presunta poco lucidità dell’ex premier: “Non credo che Berlusconi sia più in se”. E gli consiglia: “Non è Mattarella a doversi dimettere, ma tu a non dover essere eletto”.