Elezioni 2022: Calenda attacca il Pd, Salvini fa una retromarcia su una lista dei ministri, Scaduto il termine per le parlamentarie del M5s

di Carlo Longo

Inizia una settimana ricca di impegni per i partiti politici che, entro sabato o al massimo domenica, dovranno consegnare i simboli al Viminale. Dopo la rottura tra Carlo Calenda ed Enrico Letta, il leader di Azione continua ad attaccare il Pd:  “Il Pd ha fatto prima un patto con noi e poi ha fatto un patto, con contenuti contrari, con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi, con chi dice di no a tutto, al termovalorizzatore, con chi in fondo è comunista, perché poi, alla fine della fiera è questo. E io ho detto a Letta, se firmi un patto e formalizzi questo la gente non ci capirà più niente, sembrerà un’accozzaglia di persone come erano Bertinotti, Turigliatto, Pecoraro Scanio”.

Ma non solo, Calenda ha anche apertamente sfidato Nicola Zingaretti alla conquista del collegio uninominale di Roma. Rispondendo al presidente della Regione Lazio che su twitter ha affermato “Calenda ha tradito in primo luogo i suoi potenziali elettori”, il leader di Azione ha incalzato: ” Pensate davvero di battere la destra su agenda Draghi con Fratoianni e Bonelli. Suvvia. Solo questo avevo chiesto. Chiarezza. Adesso toccherà a noi offrire una prospettiva di governo seria. Ci incontreremo sul campo uninominale di Roma. Con rispetto”.

Per quanto riguarda, invece, la posizione di +Europa, che faceva parte dell’intesa ormai sfasciata tra Pd e Azione, si pone la necessità di ridiscutere i temi del patto che prefigurava il 70% dei collegi uninominali al Pd e il 30% ad Azione e +Europa. “Ci rivedremo con Letta per capire a partire da quel patto nei suoi termini politici ed elettorali cosa dobbiamo fare. Dovevamo dirlo prima, non abbiamo detto a Letta che noi ci stiamo solo se siamo gli unici alleati, non l’abbiamo detto ora è inutile tornare sulle decisioni”, ha spiegato in proposito Benedetto della Vedova di +Europa.

Nel frattempo, oggi alle 14, è scaduto il termine per la presentazione delle auto-candidature sul sito del M5s. Nei prossimi giorni le auto-candidature saranno esaminate in vista del voto online, le cosiddette parlamentarie del Movimento, che dovrebbe avere luogo dopo ferragosto. Tra i candidati non figura il nome di Rocco Casilino e secondo quanto dichiarato da Giuseppe Conte, il leader dei pentastellati, neppure quello di Alessandro Di Battista.  “Di Battista non si è iscritto al M5S e non credo voglia partecipare a queste parlamentarie nè rientrare nel Movimento. Se vorrà farlo ne parleremo, per me rimane sempre un interlocutore leale e privilegiato”, ha affermato Conte. L’ex premier ha, inoltre, detto apertamente che non ha intenzione di candidare in Parlamento nella lista del M5s l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Virginia Raggi rientra nel vincolo del doppio mandato però ne parlate come se non stesse facendo nulla di importante. È presidente della commissione dell’Expo e sta combattendo delle battaglie importanti a Roma”.

Per quanto riguarda il centrodestra, invece, assistiamo alle dichiarazioni della Meloni che ribadisce la regola aurea stabilita nella coalizione e rivendica il suo diritto a rivestire il ruolo di capo del governo qualora Fdi ottenesse più voti. “Non farò campagna elettorale parlando di nomi, di premier, di ministri, ma nel centrodestra le regole si conoscono. La regola è che il partito che prende più voti nella coalizione propone il nome del premier, poi spetta al Presidente della Repubblica decidere. E se FdI prende più voti il nome sono io, certo. Perché non dovrebbe esserlo? Non capisco perché la Meloni no? Perché si dovrebbe indicare un altro, la gente di Fdi vota in quest’ottica, non penso voti per trovarsi un Giuseppe Conte”, ha detto la Meloni.

Il leader della Lega Matteo Salvini, invece, ha apertamente ritrattato su un’eventuale lista dei ministri da presentare prima delle elezioni.  “Chi fa cosa lo decidono gli italiani con il voto del 25 settembre. Non ci sono ministri adesso, premier, sottosegretari: aspettiamo il 25 settembre. Se gli italiani scelgono il centrodestra e nel centrodestra danno un consenso di più alla Lega, sono pronto a prendermi l’onore e l’onere di prendere per mano questo Paese e di scegliere il meglio per questo Paese”, ha detto Salvini. Il leader del Carroccio è tornato, poi, su un cavallo di battaglia della precedente campagna elettorale: la flat tax. “Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai dipendenti. Ci possiamo riuscire in 5 anni. Ci sono già persone che la pagano e sono le partite iva”, ha detto Salvini parlando anche di una norma contro i transfughi in Parlamento: “Proporremo al centrodestra di introdurre meccanismi che evitino i cambi di casacca, è una cosa non seria e rispettosa di chi ha votato”, ha detto dopo aver citato i casi di “Carfagna, Brunetta e tanti altri”.

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