Elezioni 2022, Carlo Calenda rompe con il Pd: “Questa coalizione è fatta per perdere”

di Emilia Morelli

Il matrimonio tra Letta e Calenda è saltato. L’alleanza, d’interesse, per correre insieme alle politiche del 2022 si è sfasciata e così il leader di Azione lascia il Pd. Pomo della discordia è stata l’intesa siglata dal segretario dem con i Verdi, Sinistra Italiana e Impegno Civico. “E’ una decisione sofferta, la più sofferta. Non intendo andare avanti con l’alleanza con il Pd”, sono state queste le parole di Carlo Calenda che ha spiegato poi, “Alla vigilia di queste elezioni ho intrapreso un negoziato col Pd, non ho mai voluto distruggere il Pd, con Letta abbiamo iniziato un negoziato per costruire una alternativa di governo. Ma mano a mano si univano pezzi che stonavano. Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi. Mi sono un po’ perso. Nei giorni scorsi sono andato da Enrico Letta e gli ho proposto di fare un’alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%”. Per Calenda la scelta di Letta non ha fatto altro che creare “una grande ammucchiata di persone. Da parte mia non c’è stato un equivoco, ma l’ingenuità che il Pd fosse pronto a decidere di rappresentare la sinistra senza correre dietro a Fratoianni, Bonelli e domani ai 5 stelle, che Letta avesse capito che la coerenza è fondamentale. Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. Ed ho sbagliato”.

Le parole del leader di Azione si spingono anche oltre. “Questa coalizione del Pd è fatta per perdere, c’era l’opportunità di farne una per vincere. La scelta è stata del Pd, e io non posso seguire una strada dove la coscienza non mi porta”, ha chiosato Calenda che ha aperto la strada ad una possibile alleanza con Italia Viva. “Renzi non l’ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Bisogna spiegare agli italiani come governare. Non ho parlato con Renzi, ci parlerò»”.

Immediata la risposta tramite Twitter del segretario del Pd, Enrico Letta: “Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”. Secondo il coordinatore della segreteria Pd, Marco Meloni,  ” oggi Carlo Calenda ha iniziato la sua campagna elettorale per consegnare l’Italia alla destra alleata di Putin e Orbán. Il Pd, con europeisti progressisti ambientalisti e civici, glielo impedirà, e darà all’Italia un governo per crescita, diritti, lotta alle diseguaglianze”.

I dem sono risentiti per l’abbandono e lo si evince anche da quanto si legge sui canali social del partito che, a corredo di un video con le dichiarazioni di Calenda a seguito dell’accordo col Pd, scrivono: “Carlo Calenda parla di onore. Onore è rispettare la parola data. Un accordo, una firma, una stretta di mano tra persone leali e serie: questo è onore. Il resto, compreso l’attacco alla destra e alla sinistra tutte uguali, è populismo. Populismo d’élite, ma pur sempre populismo”.

Nel frattempo, però, è arrivato l’annuncio di Federico Pizzarrotti, l’ex sindaco di Parma che ha fatto sapere: “Dopo molti giorni di balletti indecorosi, con la Lista Civica Nazionale abbiamo deciso di stare con chi a queste danze non ha partecipato. Saremo con Matteo Renzi e con chi crede nel nostro progetto civico e riformista”. Contemporaneamente arriva in un post su Twitter di  Renzi si legge: “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria #TerzoPolo”.

Con la scelta di Pizzarotti si pone fine a quello che a lungo è stato definito il “modello Parma”, che ha consentito al centrosinistra di guidare la città grazie al sodalizio Pd- Pizzarotti. Probabilmente la decisione è imputabile al fatto che il Pd aveva chiesto all’ex sindaco di Parma di accogliere Luigi Di Maio nella propria lista. La proposta è stata, evidentemente, ritenuta inaccettabile considerato che i trascorsi tra i due in passato sono stati particolarmente burrascosi.

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