Elezioni 2022, Giorgia Meloni: “Rdc fallimento totale, Berlusconi: “Le sentenze di assoluzione non saranno appellabili”

di Mario Tosetti

La campagna elettorale prosegue, le coalizioni si attaccano più o meno velatamente e ognuna tende a screditare l’altra. Oggi è la volta di Giorgia Meloni che in un video sui suoi canali social si è scagliata contro la misura bandiera del Movimento 5 Stelle: il reddito di cittadinanza. Per la Meloni “il reddito di cittadinanza è stato un fallimento totale, nonostante abbia avuto per lo Stato un costo esorbitante pari a circa 9 miliardi di euro l’anno. Stendendo un velo pietoso sulle migliaia e migliaia di truffe che ha generato, favorendo anche criminali, mafiosi e spacciatori ha fallito come strumento di lotta alla povertà che doveva essere abolita e ha invece raggiunto i massimi storici. Ha fallito come misura di politica attiva del lavoro, visto che pochissimi dei percettori del reddito di cittadinanza sono stati alla fine assunti e hanno trovato un lavoro dignitoso. È l’ennesima riprova del fatto che avevamo ragione quando dicevamo che le risorse per le politiche attive andavano usate per aiutare le imprese ad assumere. Oggi lo dicono un po’ tutti, però rimane che Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica di tutto il Parlamento, nella legislatura appena conclusa, che non ha mai votato a favore del reddito di cittadinanza. Ecco perché noi crediamo che uno Stato giusto non debba mettere sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo”.

La favorita secondo i sondaggi si prepara, inoltre, all’apertura della campagna elettorale nazionale, prevista per il 23 agosto ad Ancona.

Per quanto riguarda, invece, la coalizione avversaria la leader di Fdi ha sottolineato “la sinistra trascorre giornate tentando  di demonizzare Fdi o a dare lezioni su come dovrebbe essere la destra. Dei loro patentini di presentabilità non sappiamo cosa farcene. Perché l’unica destra che piace alla sinistra è una destra che perde. E noi  siamo pronti alla vittoria”.

Anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, non ha risparmiato un duro attacco al centrosinistra ed in particolare al Ps. “Più volte negli ultimi anni avevo espresso l’auspicio che tutti i partiti avessero imparato dall’esperienza dell’emergenza, a confrontarsi in modo civile, sui programmi, sulle cose da fare per l’Italia. Che fosse chiusa una volta per tutte la stagione della demonizzazione dell’avversario, dipinto come un nemico da distruggere. Sono stato davvero troppo ottimista. E’ bastato pochissimo alla sinistra per rispolverare il vecchio armamentario di insulti, di calunnie, di menzogne, che non fanno bene al Paese e che screditano ancora di più la politica. Non sono preoccupato per noi, so che gli elettori non sono stupidi e che questi metodi non funzionano, sono preoccupato per l’Italia. D’altronde mi rendo conto che i nostri avversari non possono fare diversamente. Sono divisi su tutto salvo che su una cosa: il terrore che per la prima volta dal 2008 siano gli italiani a poter scegliere da chi essere governati”, ha detto il Cavaliere che ha continuato,  “Il maggiore partito della sinistra, il Partito Democratico è l’emblema di tutte queste contraddizioni. E’ un partito che da molti anni si identifica con la gestione del potere, senza essere legittimato da una vittoria elettorale. Oggi sono terrorizzati dalla sconfitta, ma non sanno come evitarla. Avete visto cosa è successo in questi giorni. Sono passati, con la massima disinvoltura, dall’alleanza con un cosiddetto centro liberale a quella con l’estrema sinistra di Fratoianni e Bonelli. Alcuni di loro rimpiangono addirittura l’alleanza con i Cinque Stelle. Lo stesso segretario, Enrico Letta, ha il complesso di non essere abbastanza di sinistra  e quindi cerca in tutti i modi di coprirsi le spalle su quel fronte adottando parole d’ordine, atteggiamenti e contenuti profondamente divisivi. Di questo si ha una prova evidente sfogliando il programma che hanno diffuso nei giorni scorsi”.

Per tutti questi motivi secondo il leader azzurro “Quello del Pd è il programma di un partito che sa di andare verso la sconfitta. Non hanno un’idea nuova e concreta di Italia: ci sono le bandiere ideologiche: Legge Zan, Ius  Scholae, cannabis. Ci sono un po’ di mance elettorali per i giovani  e finanziate con la patrimoniale”.

Ma non solo attacchi agli avversari, Silvio Berlusconi ha anche parlato di giustizia, introducendo nella campagna elettorale una riforma del sistema molto ardita un’altra -dopo l’idea del presidenzialismo come forma di governo- che andrebbe a scardinare uno dei capisaldi su cui si fonda il nostro sistema: il principio dei tre gradi di giudizio.  “Oggi cominciamo a parlare di giustizia. In Italia migliaia di persone ogni anno vengono arrestate e processate pur essendo innocenti. Il processo è già una pena, che colpisce l’imputato, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro. Per questo non deve trascinarsi all’infinito, in appelli e contro appelli. Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili. Un cittadino – una volta riconosciuto innocente – ha diritto di non essere perseguitato per sempre”.

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