Elezioni in Germania, vincono i socialdemocratici Spd ma la Cdu non si arrende

di Mario Tosetti

Alle elezioni in Germania vincono i social democratici della Spd, finisce così l’era di Angela Merkel durata ben quattro legislature e con lei viene sconfitto il partito di cui era leader, l’unione tra Cdu e Csu. Ad ogni modo entrambe le fazioni politiche si trovano sotto il 30% ed anche i socialdemocratici non dispongono della maggioranza schiacciante necessaria a governare. Rivelazione di queste elezioni i Verdi, che hanno ottenuto il miglior risultato di sempre.

Ad analisi attenta non può sfuggire che lo scenario politico tedesco storicamente non è mai stato così frammentato. Il giorno dopo il voto, nelle prime ore del mattino, il conteggio ufficiale provvisorio della Commissione elettorale federale ha dato la Spd al 25,7%, la Cdu/Csu al 24,1%, i Verdi al 14,8%, i liberali di Fdp all’11,5%, l’estrema destra AfD al 10,2%, la sinistra radicale Linke al 4,9%, con la possibilità che non riesca a superare lo sbarramento.

La Cdu, a risultati non definitivi, ha perso anche nel distretto dove ha votato Laschet, ad Aquisgrana. A Potsdam invece Scholz ha prevalso nell’elezione diretta su Annalena Baerbock.

Per il candidato dei socialdemocratici Olaf Scholz, vice cancelliere uscente e ministro delle finanze, il risultato è quello di “un mandato molto chiaro. La Cdu e la Csu non hanno solo perso molti voti ma effettivamente hanno anche ricevuto un messaggio dagli elettori ossia che non dovranno essere al governo ma andare all’opposizione0 Il nostro compito adesso è fare quello che desiderano i cittadini. Non dare la priorità alle nostre esigenze, ma formare un buon governo che possa dare un giusto orientamento e che ci porti versi il futuro”.  Scholz ha. poi, commentato la frammentazione e l’instabilità politica che caratterizza i risultati elettorali affermando: “La Germania deve svolgere un ruolo sovrano all’interno dell’Europa. La Germania è sempre stabile. E questo, nonostante l’attuale incertezza sulla futura coalizione, ha spiegato. Al fianco di Scholz, Franziska Giffey, che ieri ha vinto le elezioni a Berlino e sarà la prima sindaca della capitale, e la ministra presidente uscente Manuela Schwesig, che ieri ha trionfato nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore. “Si vede qui un Spd molto felice! Due vincitrici e un vincitore”.

La soluzione proposta da Scholz e imposta in ossequio alla volontà degli elettori sarà formare un governo di coalizione tra tre partiti, “re partiti hanno vinto ieri e hanno così ricevuto il mandato” di formare un nuovo governo “Spd, Verdi e Fdp”, ha detto il vicecancelliere uscente  parlando alla sede dei socialdemocratici a Berlino.

Dall’altro lato il candidato del Cdu, Armin Laschet, non accetta supinamente la sconfitta ed attacca Sholz: “Cancelliere sarà chi avrà la maggioranza in Parlamento, nessun partito ha ottenuto un chiaro mandato di governo. I Verdi vogliono che ci prepariamo a partecipare a un possibile governo. Non bisogna apparire arroganti e questo vale anche per Olaf Scholz. Scholz non è il re”.  Laschet ha, comunque, dovuto ammettere di “non poter essere contento del risultato”, il crollo è di quasi nove punti rispetto a quattro anni fa. E lo schiaffo definitivo arriva quando si appura la conquista dell’Spd anche del collegio uninominale di Regen, nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, dopo le vittorie per otto mandati della  Merkel.  Anche il leader della Cdu auspica la formazione di un governo di coalizione assieme ai liberali dell’Fdp e ai Verdi, spiegando che “una coalizione deve essere un progetto politico, non è un matrimonio forzato, né somma matematica”.

Per Verdi e Fdp si tratta di un potere del tutto nuovo, in cui gli scenari sulle alleanze possibili sono ancora aperti. Si sono avviate, così, le trattative e le forze politiche sono tutte concordi nella necessità che si concludano velocemente perché le urgenze nel paese sono tante e la Germania ricopre un ruolo di primaria importanza nell’Ue.  Intanto resterà in carica Angela Merkel che ha commentato i risultati elettorali auspicando al più presto la formazione di un nuovo governo.

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