Elezioni in Iran, aperte le urne per la votazione dell’ottavo Presidente

di Emilia Morelli

An Iranian woman casts her vote during presidential elections at a polling station in Tehran, Iran June 18, 2021. Majid Asgaripour/WANA (West Asia News Agency) via REUTERS ATTENTION EDITORS – THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY. – RC2W2O9L8115

Sono ufficialmente aperte le urne per la votazione presidenziale in Iran. Circaa 60 milioni di elettori sono chiamati ad  esprimere la loro preferenza entro la mezzanotte iraniana, che corrisponde alle 21:30 italiane, ma non è escluso che le operazioni possano protrarsi per ulteriori due ore.

Si stima che i risultati giungano nel pomeriggio di sabato. Tuttavia si registra un forte astensionismo che sembrerebbe favorire il candidato conservatore Ebrahim Raisi. Le votazioni in Iran si connotano, però, di particolari delicati. La pandemia non è ancora finita e l’economia iraniana è particolarmente fragile e ad incidervi è stata anche la forte tensione, registrata negli ultimi 4 anni con la Presidenza Usa di Trump.

A contendersi il ruolo di ottavo presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, a fronte di circa 600 aspiranti passati al vaglio del Consiglio dei Guardiani, restano quattro candidati: il candidato conservatore Ebrahim Raisi, l’immarcescibile Mohsen Rezaei (alla quarta candidatura), da Amir-Hossein Ghazizadeh Hashemi e dall’ex governatore della Banca Centrale, Abdolnaser Hemmati.

Se Raisi appare il favorito, anche grazie al forte astensionismo dalle urne,  i dibattiti televisivi dei giorni scorsi consigliano un margine di prudenza: sia per la storica imprevedibilità delle elezioni iraniane, nelle quali diverse volte hanno vinto dei candidati inattesi, che per l’inaspettato protagonismo di Abdolnaser Hemmati. Hemmati, che ha improntato la sua campagna elettorale sulla minore interferenza dello Stato nell’economia e sulla volontà di perseguire una maggiore diplomazia “con l’oriente e l’occidente”, forte delle sue connessioni nei mercati finanziari asiatici, è sfavorito a causa dell’assenza di una base elettorale solida, ma allo stesso tempo adatto a ricoprire un ruolo di compromesso.

Raisi, invece, può vantare una solida compagine elettorale e la sua principale promessa elettorale è relativa alla costruzione di 4 milioni di unità abitative per le fasce sociali più deboli.

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