Elezioni in Turchia, affluenza al 90%: possibile ballottaggio tra Erdogan e Kilicdaroglu

Possibile ballottaggio,la sfida è ancora tutta da giocare. Se fino all’ultimo giorno i sondaggi hanno dato vincente l’avversario Kilicdaroglu, Erdogan si è speso fermamente in una campagna elettorale senza esclusione di colpi

di Emilia Morelli

Alle elezioni in Turchia c’è il record di affluenza al 90% e il Paese sembra avviato al turno di ballottaggio. Kemal Kilicdaroglu, il candidato dell’opposizione, non avrebbe superato il 50 per cento e allo stesso anche il presidente Recep Tayyip Erdogan non avrebbe centrato questo obiettivo, sebbene in un primo momento apparisse in lieve vantaggio. Ma la cautela è d’obbligo, sarà una notte di riconteggi e  l’esito appare tutt’altro che scontato. “Non dormiremo”, ha fatto sapere il leader dell’opposizione.

In ogni caso non si può non sottolineare che nella storia moderna della Turchia si tratta della partecipazione elettorale più imponente. Sin dalle prime ore della mattina gli elettori hanno atteso il loro turno in lunghe file. Per quanto riguarda i possibili esiti si tenga conto che fino all’ultimo giorno il candidato di opposizione è stato dato dai sondaggi come vincente mentre Erdogan ha tenuto fino all’ultimo momento fermi i capisaldi di una campagna elettorale spietata, ha utilizzato le risorse statali e i media per spronare gli elettori a votare per lui. Ma non solo, ha anche fatto una campagna discriminatoria contro i membri  dell’opposizione, li  ha accusati di essere collusi con i terroristi, di essere “ubriaconi”, di difendere i diritti LGBTQ+. Tutte peculiarità che per Erdogan sono percepite come una minaccia in una nazione a maggioranza musulmana e che dovrebbe tendere a salvaguardare i valori e le tradizioni religiose. Erdogan, inoltre, ha tentato di accaparrarsi la fiducia degli elettori introducendo benefici economici, durante la campagna elettorale ha di fatto rimosso l’età pensionabile e aumentato i salari quasi raddoppiando quelli pubblici quattro giorni prima del volto, ha sovvenzionato le bollette di elettricità e gas. Ha promesso grandi infrastrutture. Ai risultati elettorali è demandata la risposta alla domanda se la campagna elettorale di Erdogan abbia funzionato o meno.

Certo è che chiunque si troverà a guidare la Turchia si troverà di fronte ad un Paese ancora più diviso di quanto non sia stato finora, cittadini laici contro cittadini conservatori e si può toccare con mano il rancore reciproco tra i sostenitori dei due schieramenti opposti.

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