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Elisabetta II, la fine di un’epoca: il funerale e la tumulazione accanto al marito Filippo

di Emilia Morelli

La regina dei record, Elisabetta II, ha lasciato definitivamente Londra in una giornata piena di commozione che chiude il cerchio ad un attento protocollo cerimoniale in cui nulla è stato lasciato al caso. Con la conclusione dell’omaggio popolare alla camera ardente di Westminster Hall, reso senza sosta per 4 giorni e 4 notti da centinaia di migliaia di sudditi e curiosi, si è assistito alla solennità del funerale di Stato officiato nell’abbazia di Westminster davanti ai potenti della Terra. Poi il trasferimento nel castello di Windsor per un estremo bagno di folla, una liturgia sepolcrale scandita nei dettagli dalle sue stesse volontà e in ultimo la tumulazione nella cappella di famiglia di St George: accanto all’amato consorte Filippo, al padre, alla madre, alla sorella Margaret.

La cerimonia ha messo in mostra l’attenta coreografia e la solennità costruita in decenni di preparazione. Erano presenti decine di capi di Stato, arrivati dai quattro angoli del pianeta. Più di uno lo ha definito il “funerale del secolo” a una regina che aveva dedicato tutto la sua vita al servizio del suo Paese. “Al suo 21esimo compleanno, la regina Elisabetta II, promise di servire il Paese e il Commonwealth, raramente una promessa è stata meglio mantenuta”, ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nel corso dell’elegia funebre.

Sin dal mattina l’abbazia di Westminster è stata affollata dai capi di Stato e di governo giunti a rendere omaggio ad Elisabetta da tutto il pianeta. Insieme a loro i reali di mezzo mondo, dal Giappone alla vecchia Europa, il governo presente, capitanato da Liz Truss, gli ex premier inglesi, l’aristocrazia britannica e le dame di corte. Infine sono arrivati i membri della Famiglia reale.

Ad arrivare per primi, suddivisi in tre autobus, i parenti più lontani. Poi le Rolls-Royce con la regina consorte, Camilla, Kate, la moglie del principe William, e a sorpresa anche i principi George e Charlotte, 9 e 7 anni, dietro Meghan. Ultimo nel corteo il nuovo re, Carlo III, il quale in alcuni momenti non è riuscito a trattenere la commozione mostrando un’espressione assorta, quasi assente.

Nel corso del giorno del lungo addio alla Regina Elisabetta tutto ha funzionato come un orologio, in perfetto orario. Dopo giorni di fila, nel silenzio reverente e commosso della folla, al suono delle cornamuse, la bara (in quercia inglese, piombata e pesantissima, trasportata da 8 militari e non dai sei tradizionali portatori) è arrivata sulla State Gun Carriage, su un carro per il trasporto dei cannoni che praticamente non ha mai prestato servizio nell’esercito britannico, ma trasportò le bare della regina Vittoria, poi di re Edoardo VII, Giorgio V, Giorgio VI, Winston Churchill e Lord Mountbatten.

Erano presenti centinaia di migliaia di persone che si sono riversate per le strade di Londra sventolando foto della Regina e le bandiere britanniche. Dopo la funzione nell’ Abbazia di Westminster il feretro è stato portato fuori, lungo la navata centrale, seguito dalla Famiglia reale nello stesso ordine di ingresso.

La bara della regina è stata trasportata con un corteo solenne a Wellington Arch, ad Hyde Park Corner, per poi infine essere posta su un carro funebre di Stato con il quale è stata trasferita al castello di Windsor. Accompagnata  da 40 chilometri di folla ai lati della strada che da Londra la sovrana riposerà accanto al marito, ai genitori e alla sorella nella Cappella di San Giorgio. “God save the king” hanno cantato la famiglia reale, i dignitari e sudditi da Westminster e per tutta la Gran Bretagna. Immobile, a tratti commosso, il nuovo re, Carlo III. Elisabetta II, dopo 70 anni di regno e undici giorni di funerali, lascia simbolicamente e definitivamente il suo incarico e da domani sarà la volta di Carlo. La bara della regina Elisabetta II è stata calata nella cripta reale della cappella di San Giorgio nel castello di Windsor, ponendo fine alle esequie pubbliche della sovrana più’ longeva della Gran Bretagna.

La “seconda era elisabettiana” è terminata simbolicamente quando il Lord Ciambellano, Andrew Parker, una delle figure più importanti della Casa reale, ha rotto il “bastone del comando” e lo ha messo sulla bara della defunta regina.  Poco prima, il gioielliere della casa reale aveva rimosso dalla bara lo scettro, il globo crucigero e la preziosa corona imperiale come a voler testimoniare che Elisabetta scende nella tomba senza orpelli. Citando la BBC “Elisabetta entra così nella storia dopo aver fatto la storia”.

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