Redazione
Sembra volgere a favore delle forze governative di Addis Abeba la guerra civile provocata nel Corno d’Africa dai ribelli del TPLF, il fonte di liberazione del Tigray che da anni si oppone e contrasta il governo eletto guidato dal Premio Nobel per la Pace Abiy Ahmed. Le notizie che negli ultimi giorni giungono dall’Etiopia riferiscono di una serie di pesanti sconfitte subite dagli uomini del TPLF praticamente su tutti i fronti di scontro. Sconfitte che potrebbero portare ad un ritorno dell’ordine nel giro di poche settimane.
A quanto è dato di sapere ci sarebbero centinaia di tigrini che si sono consegnati spontaneamente come prigionieri alle forze regolari etiopi, accusando i dirigenti del TPLF di averli mandati allo sbaraglio a combattere una guerra orrenda. Un abbandono alle armi con consegna spontanea all’esercito regolare che giorno dopo giorno indebolisce le ormai esigue forze ribelli.
Le autorità etiopiche in questi giorni stanno inoltre vagliando centinaia di testimonianze rese dai prigionieri sugli orribili crimini commessi nelle regioni Amhara e Afar dai miliziani TPLF. Testimonianze molto dettagliate, che danno contezza delle atrocità subite dalle popolazioni locali e che poi vengono riprese e trasmesse dalle televisioni dell’area.
Nonostante questa situazione negli Stati Uniti invece continua a prevalere la narrativa filo tigrina. Più fonti americane parlano di crimini commessi nella regione del Tigray malgrado una commissione congiunta composta da rappresentanti delle Nazioni Unite e della Commissione dei diritti Umani Etiopica abbiano certificato l’assenza di prove reali su questi supposti atti di violenza gratuita che sarebbero accaduti nel novembre 2020. Una narrativa che appare sostanzialmente di tipo propagandistico soprattutto se si confronta con i crimini compiuti dai tigrini e più di recenti sui quali invece si tende a far scendere il silenzio.
(Associated Medias) – tutti i diritti sono riservati