Tra questi anche Giuseppe Milazzo, eurodeputato uscente, di recente apparso insieme alla presidente del Consiglio
Lunedì scorso, al Teatro Massimo di Palermo, durante una cerimonia istituzionale diventata vetrina elettorale per la presentazione di un accordo da otto miliardi tra Stato e Regione Siciliana, Giorgia Meloni e Giuseppe Milazzo, eurodeputato uscente, si sono fatti fotografare insieme. Poche ore dopo, Milazzo è stato inserito nella lista degli “impresentabili” diffusa dalla commissione antimafia. È l’unico europarlamentare in carica a essere stato segnalato per violazione del codice di autoregolamentazione, poiché è sotto processo per tentata concussione, accusa che condivide con l’assessore regionale siciliano Marco Falcone.
L’inchiesta che coinvolge Milazzo riguarda presunte pressioni esercitate per far nominare il cognato Giuseppe Piazza nella segreteria dell’Istituto autonomo case popolari di Palermo. La prossima udienza è fissata per il 26 settembre. Inoltre, Falcone è accusato di induzione indebita in un’altra inchiesta riguardante Interporti siciliani.
I problemi di Milazzo non finiscono qui. Il suo staff a Bruxelles include Carmelo Frisenna, ex assessore comunale a Paternò, condannato a 5 anni di carcere per mafia. Questo fatto non ha contribuito alla dichiarazione di “impresentabilità” di Milazzo, ma la commissione antimafia ha deciso di approfondire ulteriormente la questione.
Nella lista degli “impresentabili” figura anche Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale della Toscana ed esponente del PD, sotto processo per bancarotta fraudolenta. Forza Italia ha il maggior numero di candidati con gravi problemi giudiziari: Falcone, Angelo Antonio D’Agostino e Luigi Grillo. Fratelli d’Italia è rappresentata da Milazzo e Alberico Gambino. Tra i dem figura Mazzeo, mentre Filomena Greco è l’unica candidata degli Stati Uniti d’Europa nel mirino.
La lista è stata resa pubblica dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, durante una seduta preceduta dall’audizione del procuratore di Genova, Nicola Piacente. Gli elenchi dei candidati sono stati inviati alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo il 7 maggio, coinvolgendo 817 nominativi. Dopo una scrematura iniziale, si è giunti a venti nomi, ridotti infine a nove, escludendo coloro che non hanno un rinvio a giudizio o hanno patteggiato una condanna.
La pubblicazione della lista ha suscitato polemiche. Esponenti del PD e del centrodestra hanno difeso Mazzeo, la cui inclusione è dovuta al suo coinvolgimento nel Cda del quotidiano “L’Unità” per sei mesi nel 2012. Edmondo Cirielli, viceministro di FdI, ha criticato il codice di autodisciplina dei partiti applicato dalla commissione, sostenendo che sia contrario alla Costituzione, in difesa di Gambino, assolto dall’accusa di camorra ma incluso nella lista per il suo passato in una giunta comunale sciolta per mafia. Lo stigma di “impresentabile” resta, senza obbligo di dimissioni, lasciando una valutazione etica agli interessati e agli elettori.