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Eutanasia legale, al via la raccolta firme per il referendum

di Carlo Longo

L’Associazione Luca Coscioni, con una conferenza stampa alla camera annuncia di intraprendere una campagna referendaria per ottenere, finalmente, una legge sull’eutanasia. Sono gli ultimi due casi, di atroci sofferenze, a rendere irrinunciabile l’avvio della raccolta firme. Si tratta di Mario, tetraplegico ed immobile da dieci anni dopo un incidente stradale e di Daniela, scomparsa il 5 giugno a causa del decorso di un tumore al pancreas incurabile. 

La raccolta firme, intrapresa dall’Associazione, beneficerà di quattro mesi di tempo e non i soliti tre, grazie alla normativa contenuta nel decreto legge sulle Riaperture per i referendum presentati prima del 15 Maggio. I primi tavoli predisposti per la raccolta firme sono a Roma in via Statuto e a Milano in Corso Garibaldi, saranno poi organizzati banchetti in tutta italia con l’obiettivo di raggiungere le 500mila firme da presentare in Cassazione. 

 “Il Parlamento ignora i tempi di una persona malata che chiede di smettere di soffrire, il referendum è unica soluzione per unirsi alla battaglia di persone come Mario e come Daniela”, spiega  Filomena Gallo, la segretaria dell’Associazione Luca Coscioni:

L’Associazione divulga, inoltre, il video con le immagini di Daniela,la giovane donna pugliese che ha chiesto invano, appallandosi alla sentenza della Corte Costituzionale del novembre 2019,di accedere al suicidio assistito.

La Corte Costituzionale si è espressa sul caso di Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che aveva accompagnato in Svizzera  Dj Fabo su sua esplicita richiesta ritenendo legittimo il ricorso all’eutanasia quando siano presenti alcune condizioni quali:una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze, ma  relativa as una persona pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. 

Nonostante Daniela rientrasse in toto nel target delineato dalla Corte Costituzionale è morta il 5 giugno senza poter esercitare questo suo diritto per gli ostacoli che sono stati frapposti dal sistema sanitario. Per Mario, invece, i cavilli giudiziari fanno intravedere uno spiraglio grazie alla storica sentenza del tribunale di Ancona, a cui si era rivolto l’Associazione Coscioni, che impone alla Asl di verificare se per lui esistono le condizioni indicate dalla Consulta per accedere al suicidio assistito dopo che questo diritto gli è stato invece negato da un giudice. 

In proposito Marco Cappato, tesoriere dell’ Associazione Luca Coscioni, ha sottolineato che “ci sono migliaia di malati in questo momento che si trovano nelle stesse condizioni di sofferenza di Daniela, e questa è la ragione dell’urgenza del referendum”, aggiungendo, “Dobbiamo dare una risposta netta ai molti che dicono ‘prima o poi arriverà una legge sull’eutanasia, pian piano cambierà la mentalità’. Questo ragionamento, se dal punto di vista teorico può esser comprensibile, non può essere accettabile per le persone che hanno pochi mesi o poche settimane per esercitare la propria scelta. Siamo stati assolti, con Mina Welby, per il caso di Davide Trentini, ma abbiamo aspettato 4 anni e 9 udienze di tribunale”.  Cappato enfatizza la drammatica condizione delle persone affette da malattie irreversibili ponendo una domanda la cui risposta è autoevidente:“Può un malato terminale aspettare così tanto?”. 

Filomena Gallo, la segretaria dell’associazione Luca Coscioni, ha raccontato le tappe della battaglia per la legge sull’eutanasia. La prima battaglia legale è quella intrapresa da Piergiorgio Welby, ormai a 15 anni fa. In questa legislatura la proposta viene presentata, ma la proposta di legge si arena alla camera con una lunga serie di audizioni.  “In assenza di una legge che dà il diritto ai cittadini di scegliere tutto si ferma” sottolinea Filomena Gallo che spiega inoltre come, per Daniela, nonostante le richieste alla Asl e il loro ricorso al giudice, il tempo lasciato trascorrere perchè Daniela ponesse fine alle sue sofferenze è stato troppo. Da qui l’urgenza del referendum che, secondo i rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni, è l’unica via per arrivare alla legge sull’eutanasia. Il tempo stringe nonostante i 4 mesi concessi, perché avverte Filomena Gallo: “se questo Parlamento non dovesse farcela dovremmo aspettare ancora molti anni”. 

Alla conferenza stampa per il lancio dell’iniziativa ha partecipato Mina Welby, la moglie di Piergiorgio: “Sono qui oggi a rappresentare una schiera di persone che, quando la vita non è più accettabile e se la sofferenza è immensa, hanno di fronte solo la morte per salvare la vita stessa. È l’unico atto giusto da fare. E come diceva Daniela nel video andrebbe fatto con il sorriso.Piergiorgio una volta mi disse, se non ci fossi stata tu, sarei morto da molto tempo. Perché le cure per una persona sono atti vitali. Fino alla richiesta di una via per morire. Ma molti medici ancora non lo capiscono. Solo qualche infermiere lo comprende. Per questo le persone devono raccontare la loro storia”. 

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