Eutanasia legale: raccolte oltre 500 mila firme per il referendum

di Carlo Longo

Il numero di firme necessarie per la proposizione del referendum sull’eutanasia legale è stato raggiunto con circa un mese e mezzo di anticipo dalla scadenza. Sono più di 500 mila le persone che hanno firmato nei presidi predisposti ad hoc e altre 70 mila sono state raccolte online. Il quesito referendario riguarda l’abrogazione  dell’articolo 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente. La notizia perviene dai promotori della raccolta firme, Filomena Gallo e Marco Cappato, a nome del Comitato promotore referendum Eutanasia legale e dell’Associazione Luca Coscioni.

Nella nota cui si è affidata la diffusione del risultato, degno di ancora più valore considerato il delicato tema cui si riferisce, si legge: “Nell’esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell’esercizio del diritto al referendum vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l’obiettivo di raccoglierne almeno 750.000 entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli. Vogliamo precisare che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non è -né dal punto di vista legale né da quello politico- uno “stimolo” al Parlamento affinché legiferi, né tanto meno un alibi per il Governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge. A 37 anni dal deposito della prima proposta di legge sull’eutanasia, a prima firma Loris Fortuna, il referendum è lo strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto “omicidio del consenziente” (articolo 579 del codice penale) e rimuovere così gli ostacoli alla legalizzazione dell’eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, sul modello di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna, seguendo i principi già stabiliti anche dalla Corte costituzionale tedesca. Se nel frattempo il Parlamento avrà la forza di approvare una legge (come quella ora ferma in Commissione alla Camera) che depenalizzi il cosiddetto ‘aiuto al suicidio’ (articolo 580 del codice penale), ricalcando la sentenza della Consulta, certamente si tratterà di un passo avanti positivo”.

Di parere diametralmente opposto la chiesa. Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita,  parlando a Vatican News esprime la sua opinione relegando la tematica dell’eutanasia ad un contesto ben più ristretto del reale: “C’è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura. Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso”.

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