Expo 2030. Ha vinto Riad

Roma non ce l’ha fatta, L’expo 2030 si fará a Riad. La cittaá saudita ha ottenuto i due terzi piu’ uno dei voti, 119 preferenze,  e questa sera festeggerá il trionfo sulla Cittá Eterna e sulla sudcorean Busan a Parigi, a Issy-les-Moulineaux, dove si é tenuta la gara. Un’occasione mancata per la capitale italiana, che nonostante la Grande Bellezza, non é riuscita a mostrarsi al passo con il futuro.  Un colpo basso per l’Italia e soprattutto per il sindaco Roberto Guarnieri. Roma, con i suoi inestimabili tesori, i suoi ineguagliabili tramonti e i suoi mille interminabili cantieri non é riuscita a mostrarsi capace di parlare la lingua dell’avvenire e ha preso soltanto 17  dei voti dei 182 paesi membri della Bie (hanno partecipato in 162 alla scelta), contro i 29 della cittá portuale asiatica Busan. Sul cuore, sulle passioni, sulla narrazione italiana forse troppo  passatista,  ha vinto l’innovazione tangibile di un paese ricco, impegnato a riformare se stesso e a crescere. Sarà «un’Expo costruita dal mondo per il mondo», è stato il messaggio lanciato dal palco parigino dal ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, “una realtà per realizzare le promesse di opportunità, inclusività, accessibilità e sostenibilitá”.

Roma aspettava l’Esposizione Universale dagli anni Trenta- Quaranta. L’Eur, che il regime fascista costruí appositamente, ne é testimonianza. L’Expo non si fece mai per via della guerra. Una sorta di maledizione sulla Cittá Eterna. Il comitato di esperti che aveva redatto il dossier per quest’ultima candidatura aveva previsto che l’evento avrebbe avuto per la cittá un impatto economico incredibile e assicurato 30 milioni di presenze. Per non parlare degli investimenti indiretti e dei posti di lavoro che l’Expo avrebbe generato,

E ora che succederá ? Certo c’é sempre il Giubileo, ma non é la stessa cosa. L’Expo 2030 é stata insomma una straordinaria occasione perduta. Un sogno infranto. Che fine fará, c’é anche da chiedersi, il progetto dal titolo accattivante “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione  e Innovazione”, che prevedeva la riqualificazione del quadrante Ovest della cittá, dove ci sono i resti delle Vele di Calatrava mai compiute, un’opera prevista per i Mondiali di Nuoto del 2009? E che fine faranno gli incredibili piani di trasporto e mobilitá che doveva connettere tutta la cittá fino a Tor Vergata, attraversando una gigantesca area verde, e collegando il sito espositivo con i luoghi dell’archeologia e della storia?   Altri scheletri incompiuti come le le Vele? Speriamo sinceramente di no.