Francia, Barnier il nuovo primo ministro si appresta a formare il governo

Barnier ha promesso di formare un esecutivo composto da ministri “solidi, competenti ed efficaci”, e gode di piena libertà nella scelta dei suoi collaboratori. In queste ore è impegnato nelle consultazioni

Il nuovo primo ministro francese, Michel Barnier, ha avviato una serie di consultazioni e contatti telefonici con l’obiettivo di formare un “governo di unione al servizio della nazione”. Barnier ha dichiarato che i colloqui sono partiti in modo positivo e dinamico, come riportato dal quotidiano Le Figaro.

Incontro con Gabriel Attal e il partito Les Républicains

La prima giornata di consultazioni è stata segnata dall’incontro con Gabriel Attal, suo predecessore a Palazzo Matignon, con il quale ieri c’è stato il passaggio di consegne. Successivamente, Barnier ha avuto colloqui con i vertici del suo partito, Les Républicains (Lr), che sta attraversando una fase di divisione interna. Alcuni membri, tra cui Eric Ciotti, sono favorevoli a un’alleanza con il Rassemblement National di Marine Le Pen, mentre altri sostengono l’autonomia del partito rispetto a coalizioni con la destra estrema.

L’obiettivo delle consultazioni è verificare la possibilità di coinvolgere i partiti di destra in un eventuale esecutivo. Tuttavia, Barnier ha anche iniziato a sondare figure della sinistra, cercando di costruire una piattaforma il più inclusiva possibile.

Resistenze della sinistra e critiche a Macron

Barnier dovrà affrontare la resistenza della sinistra, in particolare del Partito Socialista, che ha criticato la scelta di Macron di affidare a un esponente della destra gollista la guida del governo. Olivier Faure, segretario del PS, ha dichiarato che nessun membro del suo partito entrerà nel governo Barnier, parlando di una “negazione democratica”. Anche gli Ecologisti, guidati da Marine Tonderlier, hanno espresso delusione per la nomina, affermando che Macron non ha mai preso sul serio l’area progressista.

Sulla stessa linea si è espressa la sinistra radicale de La France Insoumise (Lfi). Manuel Bompard ha criticato aspramente la scelta di Macron, definendola un “colpo di mano” contro il risultato elettorale, e ha esortato a manifestare contro questa decisione.

Le sfide con il Rassemblement National

Anche dall’altro lato dello spettro politico, Barnier non avrà vita facile. Il Rassemblement National ha già fatto sapere di non voler partecipare al governo, ma ha indicato che valuterà la posizione del premier sui temi cruciali come immigrazione, sicurezza e potere d’acquisto prima di decidere se opporsi o meno a un voto di sfiducia. Sébastien Chenu, uno dei leader del RN, ha confermato che il partito tratterà Barnier come un avversario politico, ma senza “far precipitare il Paese nel caos”.

Il difficile compito di Barnier

Barnier, ex negoziatore per la Brexit, dovrà utilizzare le sue abilità di mediatore per cercare di superare le diffidenze che emergono da più fronti. Il suo primo discorso ha puntato sulla conciliazione, sottolineando la necessità di “ascolto e rispetto” verso tutte le forze politiche. Tuttavia, pur potendo contare su un buon rapporto con l’Eliseo, dovrà affrontare ostilità e incomprensioni nel tentativo di guidare un governo stabile in un Parlamento privo di maggioranza.

Scelta dei ministri e futuri passi

Barnier ha promesso di formare un esecutivo composto da ministri “solidi, competenti ed efficaci”, e gode di piena libertà nella scelta dei suoi collaboratori. In queste ore è impegnato in consultazioni con il presidente Macron per definire la squadra di governo, con un’attenzione particolare alla legge finanziaria del 2025, che dovrà essere approvata entro il 1° ottobre.

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