Frattura tra Pd e M5s, le inchieste a Bari e Torino travolgono il campo largo

Le vicende giudiziarie prima a Bari e poi a Torino hanno definitivamente mandato in frantumi l’alleanza tra Conte e Schlein

Il discorso della leader dem Elly Schlein dal palco di Bari è stato un vero e proprio sfogo, come se avesse finalmente trovato modo di liberarsi da tutti i sassolini che aveva nella scarpa. Nel frattempo, Giuseppe Conte ha deciso di ritirarsi dalle primarie di Campo Largo proprio mentre si stava profilando la possibilità di un’alleanza tra i partiti giallo-rossi, che avrebbe potuto creare un’opposizione forte al governo Meloni. Questa decisione potrebbe essere stata influenzata dal clima pre-elettorale, ma soprattutto dalle vicende legate alle inchieste in Puglia, in particolare lo scandalo della compravendita dei voti a Triggiano e Grumo Appula, che ha portato alle dimissioni dell’assessora regionale del PD ai Trasporti Anita Maurodinoia, moglie di Sandro Cataldo, referente del movimento politico Sud al Centro.

La vicenda riguardante Torino è stata dettagliatamente riportata da La Stampa: un presunto sistema di corruzione elettorale avrebbe consentito all’esponente del Partito Democratico, Salvatore Gallo, noto come Sasà, di far eleggere tre consiglieri su 17 nella città piemontese. Ex esponente socialista craxiano e figura di spicco del PD locale, Gallo doveva essere il capolista alle prossime elezioni regionali, insieme al figlio Raffaele.

Nelle ultime ore, l’ex manager Roberto Fantini, nominato dal PD all’Osservatorio sulla legalità degli appalti, è stato arrestato con l’accusa di aver favorito le cosche della ‘ndrangheta negli appalti per la manutenzione dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Secondo l’accusa, Fantini sarebbe arrivato alla sua posizione grazie al sostegno di Raffaele Gallo, figlio di Salvatore Gallo, che ha presieduto Sitalfa, concessionaria della A-32, dal 2008 al 2021. Si ipotizza che Salvatore Gallo abbia favorito amici e sostenitori privati nel conseguire concessioni e autorizzazioni pubbliche in cambio di sostegno elettorale e voti.

E’ in questo quadro che Giuseppe Conte, in una dichiarazione fatta ieri sera a Bari, prendendo le distanze dal campo largo ha ribadito l’importanza della legalità in politica e a sottolineato la distanza tra la politica attuale e la cultura del servizio e della trasparenza. Per il Movimento 5 Stelle, ha detto Conte, la legalità non è negoziabile e non può essere trattata come merce di scambio.

Tornando a Bari durante la trasmissione ‘Accordi&Disaccordi’, l’ex premier ha espresso la sua delusione per il fatto di aver atteso per mesi un altro nome della società civile di Bari come possibile candidato, ma il Partito Democratico si è aggrappato unicamente al capo di gabinetto di Decaro. Riguardo alle primarie, Conte ha sottolineato che il suo movimento non è preparato per competere, poiché il PD le vincerebbe sempre. Ha anche evidenziato la difficoltà, se non l’impossibilità, di trovare una soluzione unitaria per ricomporre il campo largo, escludendo la ricerca disperata di un terzo candidato.

Nel frattempo, sul fronte opposto, la destra sembra essere vicina a annunciare il proprio candidato. Tra i nomi in discussione ci sono Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia per Forza Italia, e Filippo Melchiorre, senatore di Fratelli d’Italia. Tuttavia, Matteo Salvini sembra aprirsi a una soluzione alternativa, auspicando che il centrodestra, con la guida della Lega, possa vincere anche a Bari dopo anni di amministrazione di sinistra con Decaro ed Emiliano. Nonostante le divisioni all’interno del campo avversario, Salvini ha sottolineato l’importanza di guardare alle proprie capacità e non aspettare gli errori degli altri per ottenere la vittoria.

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