/

Fukushima, l’acqua contaminata sarà riversata in mare

fukushima-acque-radioattive-in-mare

fukushima-acque-radioattive-in-mare

di Mario Tosetti

Il governo giapponese ha preso la sua decisione, le acque contaminate utilizzate finora per raffreddare i reattori a seguito dell’incidente avvenuto alla centrale nucleare di Fukushima saranno disperse in mare. Alla decisione, formalizzata dall’esecutivo guidato da Yoshihide Suga, si erano opposti con vigore sia l’opinione pubblica che i pescatori oltre che i governi di Cina e Corea del Sud.

Per Pechino, la scelta dell’esecutivo è “irresponsabile”, mentre da Seul convocano l’ambasciatore giapponese per protestare formalmente e chiedono che “ogni misura adottata tenga conto della tutela della salute”.

Effettivamente la quantità di acqua contaminata che sarà riversata in mare entro qualche anno è enorme, ogni giorno la manutenzione della giornata 140 tonnellate di acqua contaminata viene trattata negli impianti di bonifica contiene ancora il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno. Questa attività, ripetuta negli ultimi dieci anni, ha fatto sì che intorno all’impianto si siano accumulati oltre mille serbatoi contenenti acqua contaminata, per un totale di 1,25 milioni di tonnellate che, adesso, saranno riversate in mare prima che raggiungano la massima capacità consentita, secondo il gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), entro l’estate 2022.

Una commissione apposita istituita presso il ministero dell’Economia e dell’Industria nipponico a febbraio dello scorso anno aveva concluso che uno smaltimento in mare dopo il trattamento è un’”opzione realistica”, perché i livelli di contaminazione non sarebbero preoccupanti. Acqua contenente trizio è solitamente rilasciata nell’oceano da strutture nucleari in tutto il mondo. Le linee guida per questa operazione richiedono che questa acqua sia diluita fino a un settimo del limite raccomandato per l’acqua potabile dall’Organizzazione mondiale della sanità. Nel febbraio dello scorso anno, durante una visita alla centrale, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, aveva ammesso che il rilascio dell’acqua nell’Oceano Pacifico sarebbe in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare.

L’opinione pubblica, così come anche le categorie di pescatori e agricoltori sono giustamente preoccupati delle conseguenze che l’acqua contaminata produrrà nei loro settori produttivi. Nel febbraio dello scorso anno, durante una visita alla centrale, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, aveva però ammesso che il rilascio dell’acqua nell’Oceano Pacifico è in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare.

La Cina ha definito il piano dannoso per la salute pubblica, accusando Tokyo di aver deciso di smaltire le acque reflue nucleari “senza riguardo per i dubbi e l’opposizione interni ed esteri. Un approccio estremamente irresponsabile e gravemente dannoso per la salute e la sicurezza pubblica internazionale e gli interessi vitali delle persone dei Paesi vicini”, ha affermato il ministero degli Esteri in una nota postata sul suo sito web. L’oceano è “proprietà comune dell’umanità” e lo smaltimento delle acque reflue nucleari “non è solo questione interna del Giappone”, hanno aggiunto assicurando che Pechino “continuerà a seguire da vicino gli sviluppi insieme alla comunità internazionale”, riservandosi di dare “ulteriori risposte”. La Cina ha anche esortato il Giappone a non rilasciare in mare l’acqua “senza autorizzazione” da parte di altri Paesi. La Cina si riserva il diritto di dare ulteriori risposte” alla mossa di Tokyo, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian.

A Seul, Koo Yoon-cheol, capo dell’Ufficio per il coordinamento delle politiche governative della Corea del Sud, ha tenuto in mattinata una riunione d’emergenza per discutere la posizione e le misure del Paese riguardo all’annuncio nipponico. “Il governo esprime forte rammarico per la decisione del governo di Tokyo sul rilascio dell’acqua contaminata – ha detto – e adotterà le misure necessarie in linea con il principio di mantenere il popolo sudcoreano al sicuro dall’acqua contaminata dell’impianto di Fukushima”. Il ministero degli Esteri ha anche convocato l’ambasciatore giapponese Koichi Aiboshi presentando una protesta formale.

Sostegno arriva invece dagli Stati Uniti, con il Dipartimento di Stato che ha affermato attraverso un sito web che il Giappone “è stato trasparente sulla sua decisione” e “sembra abbia adottato un approccio conforme agli standard di sicurezza nucleare accettati a livello globale”.