G7 esteri, nuove sanzioni all’Iran e sostegno all’Ucraina

Nel dettaglio si punta a limitare fortemente l’accesso alle componenti usate per le armi e soprattutto per i droni, che ha indirizzato contro Israele e continua a vendere alla Russia, per la sua guerra contro Kiev

Il G7 esteri discute di nuove sanzioni contro Teheran che  sono un avvertimento all’Iran e un segnale politico a Israele, con l’obiettivo di dissuadere l’escalation militare e di evitare una contro-rappresaglia massiccia. Gli Stati Uniti, il G7 e l’Unione Europea si muovono in blocco in questa direzione, che mira a colpire l’industria bellica iraniana.

Nel dettaglio si punta a limitare fortemente l’accesso alle componenti usate per le armi e soprattutto per i droni, che ha indirizzato contro Israele e continua a vendere alla Russia, per la sua guerra contro Kiev. Più delicato il capitolo energia: le sanzioni aggiuntive al vaglio sul petrolio potrebbero essere simboliche, per evitare contraccolpi sul prezzo della benzina in un anno elettorale.

Ma è la situazione dell’Ucraina che domina i colloqui del G7 a Capri, con un urgente appello per un sostegno immediato da parte delle cancellerie occidentali. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, definisce la situazione come una “questione di vita o di morte” e chiede ai governi dell’UE di mettere a disposizione i sistemi di difesa Patriot per proteggere il paese. Anche l’alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell, e il segretario della NATO, Jens Stoltenberg, sottolineano l’urgenza di agire.

Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, è chiamato in causa per la fornitura delle batterie Samp-T italo-francesi, già presenti in Ucraina e considerate cruciali per la protezione delle aree urbane. Nonostante l’impegno a fare il possibile, la decisione è complessa e suscita preoccupazioni nel governo, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.

La Casa Bianca, rappresentata da Antony Blinken, si aspetta soprattutto una soluzione per destinare alla ricostruzione dell’Ucraina gli asset russi congelati, ma la questione è delicata e solleva timori sulla stabilità finanziaria. Mentre la proposta “minimale” di destinare i profitti maturati dai fondi russi all’Ucraina ottiene il consenso dei leader dell’UE, l’amministrazione USA spinge per un intervento più incisivo, compreso l’utilizzo degli asset come collaterali per i prestiti.

Per quanto riguarda la difesa ucraina, il ministro Guido Crosetto invita alla cautela, sottolineando che il processo per produrre nuovi sistemi di difesa richiede tempo. L’impegno italiano sarà discusso e delineato nelle conclusioni del G7, mentre l’Ucraina rimane in attesa di vedere quanto di concreto verrà offerto.

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