di Carlo Longo
“Il rischio di deflazione è alle nostre spalle. Abbiamo mantenuto i tassi di interesse ufficiali a lungo negativi, per far fronte a questi rischi, e rispondere agli effetti della pandemia sulla domanda, sui consumi e sugli investimenti. Con le aspettative a medio termine di un’inflazione al 2%, possiamo alzare i tassi già nel corso dell’estate. E’ importante che si faccia gradualmente, anche alla luce dei molti punti di incertezza dovuti alla crisi gravissima dell’Ucraina”, si è espresso così il Governatore della Banca D’Italia, Ignazio Visco a margine del G7 Finanze a Koenigswinter, alle porte di Bonn in Germania.
Nonostante l’instabilità determinata dalla guerra in Ucraina il Governatore della Banca D’Italia appare fiducioso. “Ora, penso che possiamo uscire da questo territorio negativo”, ha detto Visco specificando però che il rialzo non sarà immediato e si dovrà attendere come minimo luglio per la data di partenza.
“Abbiamo avuto condizioni di finanziamento complessive straordinariamente favorevoli a lungo. Queste continueranno a essere favorevoli, perchè avremo a lungo tassi di interesse a breve termine ben al di sotto dei tassi di inflazione. Dobbiamo fare molta attenzione ed evitare da noi un aumento del differenziale di interesse troppo alto rispetto ad altri paesi”, ha osservato l’economista e banchiere.
Ignazio Visco ha poi aggiunto: “Il debito rispetto al PIL è cresciuto molto nel 2020, per far fronte alla pandemia. L’anno scorso è sceso di 4 punti, dopo essere salito di 20. Per continuare a far scendere questo rapporto, bisogna fare due cose: innanzitutto avere una prudenza forte sul fronte del bilancio pubblico nel tempo, e garantire condizioni di crescita economica, mettendo bene a frutto i fondi messi a disposizione dell’Italia per i programmi di ripresa e resilienza. E bisogna favorire anche con riforme la ripresa dell’attività economica del settore privato”.
Al termine dell’intervista il Governatore della Banca D’Italia, alla luce dei recenti eventi geopolitici, ha ricordato il ruolo che è demandato alla cooperazione internazionale “che è essenziale per la convivenza pacifica e per mantenere un progresso, che è stato molto importante negli ultimi 30 anni a livello globale”.
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