Gas, Linder: “No al ricorso al debito comune Ue per fronteggiare la crisi energetica”

di Carlo Longo

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Linder, si è opposto alla possibilità di nuovi prestiti comuni da parte dell’Ue in quanto secondo lui non risolverebbero il problema della crisi energetica in Europa e sarebbe, anzi, più utile che i singoli Stati aumentino il loro debito considerati anche i tassi di interesse più alti che è chiamata ad affrontare la Commissione europea.  “Il vantaggio finanziario che la Commissione e molti Stati membri speravano una volta dal debito comune europeo, invece di emettere debito su base nazionale, non esiste più”, ha detto Linder in una intervista rilasciata ai media tedeschi ripresa dal quotidiano britannico “Financial Times”.

Dunque, mentre l’Ue pensa di finanziare nuovi progetti per infrastrutture energetiche e accelerare la transizione energetica i Paesi del nord mostrano i loro dubbi sottolineando che l’idea di un debito comune non può essere considerata una prassi. Lindner ha quindi chiarito la sua ferma opposizione ad un eventuale nuovo debito comune finalizzato a sostenere famiglie e imprese schiacciate dai rincari dell’energia. “Non dovremmo sollevare l’idea di un prestito comune da parte dell’Ue ad ogni occasione, ogni volta che abbiamo bisogno di maggiori investimenti”, ha affermato il ministro tedesco.

“Berlino è già sotto tiro per il suo programma unilaterale di aiuti da 200 miliardi di euro volto ad alleviare i costi energetici per famiglie e imprese”, ha scritto in proposito il Financial Times sottolineando che all’inizio di questo mese, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha accettato “con riluttanza” di spingere per un tetto massimo al prezzo del gas in tutta l’Ue, come richiesto dall’Italia, essendo soggetto a “pesanti avvertimenti e precondizioni”.

Intanto la Banca d’Italia ha lanciato un allarme sul rischio di extradebito e di acquisti ”non consapevoli” con la formula sempre più diffusa ‘buy now pay later’ che consente di dilazionare e spesso la rateizzazione delle spese. La Banca Centrale ha richiamato l’attenzione dei consumatori su questa modalità di pagamento che si sta diffondendo sempre di più. Nella comunicazione la banca centrale ricorda le condizioni necessarie affinchè il servizio ricada sotto le regole del credito al consumo e quindi la vigilanza dell’istituto centrale con una normativa che stabilisce la commissione a carico del consumatore e importo sopra i 200 euro. Se il servizio è erogato da una banca vigono le norme sulla trasparenza, mentre qualora  la dilazione di pagamento sia concessa direttamente dal venditore allora non vigono nè le norme del Testo unico bancario nè la vigilanza di Banca d’Italia.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati