Gaza, dilaga la violenza. USA e Ue chiedono il cessate il fuoco

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di Emilia Morelli

gaza-dilaga-la-violenzaGli episodi di violenza dilagante tra israeliani e palestinesi necessitano di interventi concreti e coordinati da parte dell’Ue. E’ convocata, quindi, una videocall a cui parteciperanno tutti i ministri degli esteri europei. L’annuncio della videoconferenza è stato diramato dall’Alto rappresentante della politica estera, Josep Borrell. Il vertice è in diretta connessione con le dichiarazioni di Bruxelles volte a disinnescare il conflitto. 

Eppure, il conflitto non accenna a fermarsi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu definisce la sua guerra “giusta e morale”, pertanto continua a portare avanti la sua campagna contro Hamas aggiungendo che le forze armate agiscono in maniera tale da limitare i danni ai civili. Netanyahu in proposito ha dichiarato “Continueremo per tutto il tempo necessario a riportare la calma”. Era dal 2014 che non si registravano episodi di violenza così efferata dopo che la pesantissima guerra di 7 anni fa si concluse con un cessate il fuoco che non ha modificato però lo  status quo.

Joe Biden torna, allora, a rivolgersi a Benjamin Netanyahu per chiedere il cessate il fuoco a Gaza. Lo rende noto la Casa Bianca, riferendo anche dell’impegno americano “con l’Egitto e altri partner a questo scopo”. Biden, comunque, ha confermato a Netanyahu il forte appoggio americano al diritto di Israele di difendersi dagli attacchi missilistici. L’invito non ha però sortito l’effetto desiderato e il  premier israeliano ha ribadito: “Israele intende raggiungere tutti gli obiettivi prefissati dell’intervento a Gaza”. 

”Stiamo lavorando dietro le quinte” e “lavoriamo in silenzio”, insiste però la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki.  Mentre Biden e Netanyahu parlavano l’aviazione e l’esercito israeliano lanciavano raid. Israele punta a guadagnare tempo per indebolire Hamas quanto più possibile. Nella sola giornata di ieri ha bombardato 100 chilometri di tunnel nella Striscia di Gaza, eliminato una serie di capi militari, distrutto un centro operativo di Hamas.

In questo quadro un intervento dell’Ue appare più che doveroso indipendentemente dalla dubbia riuscita. Un appello al cessate il fuoco perviene anche da Luigi Di Maio: “Devono cessare le violenze e tutti gli attacchi tra Istraele e Palestina. L’Ue deve prendere una posizione chiara e unitaria e lavorare per spingere le parti a sedersi al tavolo dei negoziati”. 

In Francia e Germania, invece, prendono vita vere e proprie manifestazioni pro-palestina che degenerano in incendi di bandiere e sinagoghe. La Cancelliera Angela Merkel ha deciso, quindi, di non aspettare il vertice Ue e rivolgersi direttamente a Netanyahu per chiedere di porre fine agli episodi di violenza pur esprimendo il suo sostegno ad Israele a difendersi dagli attacchi di Hamas  e promettendo al premier israeliano una decisa campagna contro l’antisemitismo in Germania. 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di rivolgersi al presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi, in visita a Parigi per un vertice sul Sudan. Dall’incontro ne è emersa la volontà di un’azione congiunta affinché si arrivi al cessate il fuoco insieme ai funzionari del Qatar, degli Usa e dell’Onu. L’intervento dell’ Egitto è importantissimo per risolvere i conflitti con Gaza essendo egiziano l’unico confine con la striscia di gaza non controllato da Israele, mentre è in Qatar che risiedono i leader politici di Hamas.

Un intervento dell’ Ue, anche in quanto membro del quartetto -insieme con USA, Russia ed Onu- deputato a  risolvere il conflitto si pone come ineluttabile. Risolvere il conflitto, però, significherebbe arginare e porre rimedio alle cause scatenanti di ripetute escalation di violenza che si ripetono ciclicamente dal 2008 e non la mera richiesta di un “cessate il fuoco mediato dall’egitto”. 

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