Gaza, l’ Onu ha approvato la prima risoluzione in cui si chiede un immediato cessate il fuoco

Per la prima volta gli Stati Uniti non hanno opposto il potere di veto ma si sono astenuti dalla votazione. La decisione, in teoria, è vincolante, il che significa che, almeno sulla carta, Israele è obbligato a rispettarla. Tuttavia, è improbabile che il governo di Netanyahu, che finora ha resistito a qualsiasi pressione per ridurre l’intensità del conflitto a Gaza, la rispetterà effettivamente

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per la prima volta ha adottato una risoluzione in cui si chiede un immediato stop alle ostilità nella Striscia di Gaza. La decisione è stata accettata dopo mesi in cui i contrasti all’interno del Comitato, specialmente tra Stati Uniti, Russia e Cina, avevano impedito qualsiasi azione al riguardo.

La decisione ha ricevuto 14 voti favorevoli, inclusi quelli dei governi di Cina e Russia. Tuttavia, la cosa più significativa è stata l’astensione degli Stati Uniti, il cui sostegno a Israele era stato, invece, saldo nelle ultime settimane (tutti e tre i paesi, insieme a Regno Unito e Francia, sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza con il potere di veto, il che significa che possono bloccare qualsiasi decisione). Dopo oltre cinque mesi dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, gli Stati Uniti hanno cominciato ad esprimere sempre più critiche verso il modo in cui Israele sta gestendo il conflitto. In più occasioni il presidente Usa Biden ha criticato  le azioni del primo ministro Benjamin Netanyahu, considerando le sue decisioni il principale impedimento al raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza. Questo è significativo poiché fino a poco tempo fa il governo statunitense aveva appoggiato quasi incondizionatamente il governo israeliano.

Il Consiglio di Sicurezza è l’unico organo internazionale che può prendere decisioni teoricamente vincolanti per tutti i paesi membri, incluso Israele. L’ufficio di Netanyahu ha condannato l’approvazione della decisione e in particolare l’astensione degli Stati Uniti, sostenendo che ciò comprometterà gli sforzi di Israele per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas. L’ufficio del primo ministro israeliano ha anche annunciato la cancellazione della visita di una delegazione israeliana prevista per i prossimi giorni a Washington DC, negli Stati Uniti. La risoluzione prevede un cessate il fuoco per il periodo del Ramadan, un periodo significativo per le comunità musulmane in tutto il mondo, che va dal 10 marzo al 10 aprile. Inoltre, chiede la liberazione immediata di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza e invita Israele a fare di più per agevolare l’ingresso di aiuti umanitari nel territorio, dove da settimane la crisi umanitaria a causa del conflitto è estremamente grave.

La decisione, in teoria, è vincolante, il che significa che, almeno sulla carta, Israele è obbligato a rispettarla. Tuttavia, è improbabile che il governo di Netanyahu, che finora ha resistito a qualsiasi pressione per ridurre l’intensità del conflitto a Gaza, la rispetterà effettivamente.

Il testo era stato proposto dai dieci membri non permanenti del Comitato di Sicurezza (che non hanno il potere di veto), dopo che venerdì era stata respinta una proposta degli Stati Uniti che chiedeva un “cessate il fuoco immediato e duraturo”. In precedenza, gli Stati Uniti avevano messo il veto per tre volte su richieste di un cessate il fuoco umanitario, immediato e definitivo nella Zona di Gaza. Secondo alcuni diplomatici intervistati dal New York Times, gli Stati Uniti avevano proposto un emendamento al testo finale per sostituire “cessate il fuoco permanente” con “cessate il fuoco duraturo”: una formulazione più generica e meno impegnativa per Israele, ma che non è stata accettata.

Le tre volte precedenti, gli Stati Uniti si erano opposti a risoluzioni simili sostenendo che non rispettassero il diritto di Israele di difendersi. Lunedì, la rappresentante degli Stati Uniti all’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che la decisione approvata è in linea con gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti, ma ha sottolineato che si sono astenuti perché non erano d’accordo su alcune parti del testo: tra queste, il fatto che non condannava esplicitamente gli attacchi perpetrati da Hamas il 7 ottobre.

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