Gaza, nessuna svolta nei negoziati. Hamas: “Netanyahu è al punto di partenza”

Nel tentativo di dissuadere Netanyahu dal compiere l’annunciata offensiva su Rafah, secondo quanto riferito da un alto funzionario militare, gli Stati Uniti avrebbero interrotto la consegna di un carico di armi destinato a Israele

Hamas ha annunciato che i colloqui al Cairo sono terminati senza progressi e che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è tornato al punto di partenza. Haaretz riporta che non ci sono stati sviluppi nei negoziati, nonostante la permanenza della delegazione israeliana nella capitale egiziana.

Nel frattempo, Hamas ha dichiarato che le squadre mediche hanno scoperto una terza fossa comune all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, contenente 49 corpi. In totale, ci sono sette fosse comuni negli ospedali di Gaza. Ieri, le forze armate israeliane hanno preso il controllo del valico di Rafah. Hamas ha anche comunicato che i suoi combattenti stanno affrontando le truppe israeliane a est della città a sud della Striscia. Secondo quanto riportato dal Guardian, i residenti hanno segnalato che gli scontri armati sono ancora in corso nei dintorni. Gruppi armati di Hamas, Jihad Islamica e Fatah hanno confermato in dichiarazioni separate che ci sono stati scontri a fuoco nella Gaza centrale, mentre i residenti del nord di Gaza hanno riferito di bombardamenti da parte dei carri armati israeliani nelle aree orientali della città.

Nel frattempo, il pericolo di un’invasione della Striscia passando attraverso il valico di Rafah, nel sud della Striscia, preoccupa tutti gli osservatori politici in maniera unanime. Nel tentativo di dissuadere Netanyahu la scorsa settimana, secondo quanto riferito da un alto funzionario militare, gli Stati Uniti avrebbero interrotto la consegna di un carico di armi destinato a Israele. Questa mossa sarebbe avvenuta in seguito alla mancata risposta del governo Netanyahu alle “preoccupazioni” espresse da Washington riguardo all’annunciata offensiva su Rafah. L’amministrazione Biden ha sospeso la consegna di 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili. Tuttavia, secondo il funzionario statunitense, questa decisione non sarebbe definitiva  ma è importante notare che questa sospensione arriva proprio mentre si sta pianificando un’operazione su larga scala a Rafah. Washington ha chiarito che non supporterà un attacco militare senza un piano credibile per proteggere i civili che si trovano nella città.

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