Gaza, Netanyahu a Blinken: “Entreremo a Rafah anche senza il sostegno Usa”

Blinken ha avvertito che in mancanza di un piano per il “giorno dopo” senza Hamas, Israele rischia di rimanere bloccato a Gaza a lungo termine, compromettendo la sua posizione internazionale e la sicurezza nazionale

Il primo ministro isrealiano Benjamin Netanyahu ha senza mezzi termini fatto sapere al segretario Usa Antony Blinken che Israele procederà con un’operazione militare nell’area di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, anche senza il sostegno degli Stati Uniti. Netanyahu ha espresso gratitudine per il supporto degli Stati Uniti durante i cinque mesi di conflitto con Hamas.

Durante il colloquio, Netanyahu ha sottolineato l’importanza dell’evacuazione della popolazione civile dalla zona di combattimento e della gestione delle esigenze umanitarie. Ha anche chiarito che Israele non vede alternative all’ingresso a Rafah per eliminare i rimanenti battaglioni di Hamas.

Il meeting tra Netanyahu e Blinken è durato circa un’ora, seguito da un incontro tra Blinken e Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano. Durante l’incontro, Gantz ha assicurato a Blinken che Israele continuerà a cercare soluzioni umanitarie per aiutare i civili palestinesi colpiti dalle operazioni militari.

Successivamente, Blinken ha avvertito che in mancanza di un piano per il “giorno dopo” senza Hamas, Israele rischia di rimanere bloccato a Gaza a lungo termine, compromettendo la sua posizione internazionale e la sicurezza nazionale. Netanyahu ha concordato con questa valutazione, affermando che Israele potrebbe restare coinvolto a Gaza per decenni in caso di permanenza di Hamas al potere o di anarchia nella regione.

“Sono stati colloqui importanti, franchi in un momento critico“, ha detto ai giornalisti Blinken al termine dell’incontro con Netanyahu e il suo gabinetto di guerra durante il quale “si sono discussi gli sforzi per portare più aiuti a Gaza e liberare gli ostaggi”. “Stanno entrando più aiuti – ha scritto Blinken su X dopo l’incontro – ma non sono sufficienti. Ho sottolineato che Israele deve rendere questo una priorità”.

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