Gaza, Netanyahu: “Non sarà possibile riportare indietro tutti gli ostaggi”. Israele annuncia un cambio di strategia a gennaio

Netanyahu in un incontro con le famiglie degli ostaggi ha fatto sapere che non sarà possibile riportarli tutti indietro. Ovviamente l’affermazione ha scatenato il malcontento e il dispiacere dei familiari. Sembra, inoltre, che la guerra sarà destinata a continuare fino a gennaio, quando Israele cambierà strategia passando ad attacchi localizzati ad Hamas. La decisione rischia di provocare numerosi altri morti tra i civili palestinesi

di Mario Tosetti

Il 5 Dicembre, l’atmosfera era tesa quando Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha tenuto un discorso alle famiglie degli ostaggi. Secondo le notizie locali, l’incontro è stato descritto come “profondamente teso e ostile”. Netanyahu è stato franco, affermando che “al momento, non è possibile riportare a casa tutti”. “Qualcuno può davvero pensare – ha aggiunto – che se questa fosse un’opzione qualcuno la rifiuterebbe?”. Ronen Tzur, uno dei capi dell’Hostage Families Forum, ha espresso la rabbia degli interlocutori raccontando che Netanyahu avrebbe letto la maggior parte dei suoi commenti da un testo scritto, senza per giunta rispondere a nessuna domanda. Danny Miran, fratello di Omri, uno degli ostaggi a Gaza, che ha preso parte all’incontro tra le famiglie dei rapiti e il governo (insieme al Gabinetto di guerra), lo ha definito “una vergogna”, aggiungendo che “non è stato organizzato”. La figlia dell’ostaggio Chaim Peri, 79 anni, si sarebbe infine scagliata contro Netanyahu, per ricordare che il ritorno a casa dei prigionieri dovrebbe essere una priorità più alta della guerra in corso contro Hamas.

Il capo del Forum delle Famiglie degli Ostaggi, Ronen Tzur, ha espresso la rabbia delle famiglie. Netanyahu si è limitato a leggere il discorso preparato, senza rispondere a domande.

L’attuale operazione di terra a Gaza durerà diverse settimane ma “entro gennaio Israele passerà ad una strategia a bassa intensità e iperlocalizzata” che prenda di mira militanti e leader di Hamas. A riferirlo alla Cnn alti funzionari della Casa Bianca. Ma mentre la guerra entra in questa nuova fase gli Stati Uniti sono preoccupati per come si svolgeranno le azioni nelle prossime settimane. Le forze di difesa israeliane sono state avvisate e invitate duramente a non replicare quello che è successo al nord della Striscia. Parole che la Cnn rivede in quelle del segretario alla Difesa Lloyd Austin, che oggi ha ammonito Israele sul fatto che può “vincere nella guerra urbana solo proteggendo i civili». Intervenendo al Reagan National Defense Forum Austin ha affermato che il sostegno degli Stati Uniti a Israele “non è negoziabile”, ma ha affermato che Israele rischia di sostituire una “vittoria tattica con una sconfitta strategica” se non farà di più per prevenire le morti civili. Secondo i dati diffusi da Hamas, infatti, quasi 16.000 palestinesi sono stati uccisi da quando Israele ha iniziato l’azione a ottobre, dopo i radi di Hamas del 7 ottobre scorso.

Contemporaneamente, il ministro degli Esteri Eli Cohen ha annunciato che Israele ha revocato il visto a Lynn Hastings, la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite. Secondo il portavoce dell’ONU, Stephane Dujarric, la revoca del visto risale alla settimana scorsa. Israel accusa Hastings di non aver condannato l’attacco di Hamas del 7 Ottobre, un massacro che ha causato la perdita di 1.200 vite israeliane, nonché atrocità come rapimenti, abusi e stupri.

L’esercito israeliano, nel frattempo, rivela che cinque leader di Hamas sono stati eliminati. Secondo le fonti militari, si nascondevano in un tunnel nelle vicinanze dell’ospedale indonesiano. Gli obiettivi colpiti dall’aviazione in 24 ore sono 250. Medici Senza Frontiere riferisce che l’ospedale di Al-Aqsa sta affrontando una crisi drammatica con scorte di carburante e medicinali ridotte al minimo.

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