di Emilia Morelli
Sventato un tentato attacco terroristico di matrice antisemita ad una sinagoga, il quantitativo di esplosivo sequestrato sarebbe stato idoneo a provocare una strage. Il piano di far saltare in aria un’intera sinagoga era stato architettato da quattro persone, tutte arrestate, ed avrebbe dovuto consumarsi in occasione delle celebrazioni della festa ebraica dello Yom Kippur ai danni della sinagoga di Hagen, situata nel land tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia.
In base a indizi su una “possibile situazione di pericolo”, ieri sera era stata disdetta la preghiera dello Yom Kippur e le forze dell’ordine si erano mobilitate attorno all’edificio in un’operazione durata fino a tarda notte. Poste agli arresti tutte le quattro le persone sospettate, tra queste un giovane di 16 anni di origine siriana. Il giovane, in particolare, è stato trovato in possesso dell’esplosivo, immediatamente sequestrato, mentre si aggirava in maniera sospetta nei dintorni della sinagoga di Hengen. A rendere noti i fermi è stato lo stesso primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia Armin Laschet, leader della Cdu tedesca, Herbert Reul, che ha affermato in maniera secca “Abbiamo ricevuto una soffiata molto seria e concreta, secondo la quale un attacco alla sinagoga potrebbe aver luogo durante Yom Kippur. C’è stato un concreto rischio di attentato alla sinagoga di Hagen”.
Ripristinata la sicurezza cittadina la polizia ha provveduto a riaprire i collegamenti con la città di Dortmund mentre diverse unità cinofile e specializzati reparti di polizia hanno mantenuto un incessante controllo delle vie limitrofe alla sinagoga tanto che i media locali descrivono la polizia “pesantemente armata” pronta a reprimere qualsiasi strascico del tentato attacco. Tutt’ora si parla di perquisizioni in corso. “Per quanto poco sappiamo della situazione esatta, i nostri pensieri sono con la comunità ebraica di Hagen”, ha riferito sulla vicenda il sindaco di Hagen, Erik Schulz.
La comunità ebraica si è reinsediata in Germania, dopo la strage dell’Olocausto, a partire dal 1990 grazie ad un’impennata di crescita alimentata dall’immigrazione dall’ex Unione Sovietica. All’inizio del XXI secolo, la Germania aveva l’unica comunità ebraica in crescita in Europa, e la maggior parte degli ebrei tedeschi erano russi. Nel 2018, la popolazione ebraica della Germania si era stabilizzata a 116 000, esclusi i membri delle famiglie non ebrei; la popolazione allargata totale stimata di ebrei che vivevano in Germania, compresi i membri della famiglia non ebrei, era vicino a 225 000. Si tratta, quindi, di una comunità radicata ed estesa che gode di ampio rispetto tanto che esiste una previsione normativa che vieta la sola negazione dell’olocausto punita con la reclusione fino a 5 anni.
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