Giorgetti: “Superbonus selettivo e imminente approvazione dl Aiuti-Quater”

Il ministro dell’Economia in occasione dell’audizione  davanti alle commissioni unite per discutere della Nadef ha annunciato che il Superbonus sarà rivisto in maniera selettiva ed è prevista per il 10 novembre l’approvazione del nuovo dl Aiuti- Quater

di Carlo Longo

La disciplina del Superbonus sarà certamente modificata in quanto i bonus edilizi, per come sono strutturati attualmente, stanno causando “rilevanti oneri maggiori” rispetto alle stime. “L’incremento, sulla base delle informazioni al primo settembre, segnala uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi sull’intero periodo di previsione”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in occasione dell’audizione davanti alle commissioni unite per discutere della Nadef, la Nota di aggiornamento al Def.

Secondo quanto evidenziato da Giorgetti, qualora non si intervenisse gli oneri del Superbonus sarebbero certamente destinati a divenire ancor più gravosi. Per gli anni 2023-2026 i maggiori oneri potrebbero determinare un peggioramento delle imposte dirette con importi compresi tra 8 e 10 miliardi, pregiudicando così “l’azione di altre tipologie d’intervento”.

Il ministro ha, quindi, annunciato che il meccanismo “sarà rivisto in modo selettivo  perché questo governo non ritiene equo destinare una così ingente massa di risorse a una limitatissima fetta di cittadini italiani, in modo indistinto per reddito, per prima e seconda casa. Non sottovalutiamo il contributo che questa misura ha dato all’economia del Paese e siamo disponibili come governo a una discussione sul superbonus”.

L’audizione è stata, inoltre, occasione per il titolare del dicastero del Mef per annunciare l’imminente approvazione del dl Aiuti- quater prevista per il 10 novembre.  Con il prossimo decreto-legge “saranno confermate anche per il mese di dicembre 2022 le misure che riconoscono contributi straordinari, sotto forma di crediti d’imposta, pari a una quota delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Inoltre sarà prorogata fino al 31 dicembre 2022 la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, GPL e gas naturale impiegati come carburanti. Per quest’ultimo sarà confermata fino al 31 dicembre la riduzione dell’Iva al 5%”, ha spiegato Giorgetti aggiungendo che “sono allo studio interventi per predisporre uno strumento che renda possibile la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica”.

Il Governo sta inoltre “verificando la possibilità di impiegare le risorse disponibili della programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi Sie) per misure di riduzioni dei costi energetici di imprese e famiglie. Tale possibilità – ha spiegato il ministro – presuppone una modifica dei regolamenti europei che consenta maggiori margini in termini di ammissibilità delle misure ed una ricognizione delle effettive disponibilità dei programmi operativi, soprattutto nazionali. In tal caso, le risorse rimborsate dall’Unione europea potranno essere riassegnate ad un apposito Fondo, destinato a finanziare ulteriori misure di contrasto degli aumenti dei prezzi dell’energia”.

Il decreto dovrebbe avere un valore di 9,1 miliardi di euro tra proroghe e altre misure da finanziare ma che avranno effetto sugli anni a venire. Nel dettaglio, secondo quanto si apprende, agli interventi contro il caro energia saranno destinati 6-7 miliardi,  mentre il resto andrebbe alle misure con impatto negli anni successivi. Per la manovra 2023 “lorda” il governo dovrà reperire invece oltre trenta miliardi, necessari sia per  riproporre le misure contro il caro energia sia avviare gli interventi cardine promessi in campagna elettorale: flat tax e pensioni, in testa. Il rialzo del deficit del 2023 di 1,1 punti – dal 3,4% al 4,5% ha creato un margine di manovra pari a circa 23 miliardi (circa 10 miliardi sono eredità del governo Draghi). Energia a parte, gli interventi fiscali (flat tax ed eventuale rialzo del cuneo fiscale) e quelli previdenziali (primo intervento sulle pensioni per superare la Fornero) andrebbero finanziati con risparmi equivalenti da reperire entro gli stessi settori. Dopo il via libera delle Camere, la Nota aggiornata dovrà essere sottoposta all’esame di Bruxelles.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati