Gli Usa aprono a Cuba ma non è un ritorno all’era Obama

Un piccolo passo in avanti verso i cittadini cubani e i familiari all’estero ma rimane netta la condanna per “l’oppressione del Governo”. Biden rischia di inimicarsi una fetta d’elettorato importante a pochi mesi dalle elezioni di metà mandato

di Matteo Meloni

È un mezzo passo in avanti quello realizzato dagli Stati Uniti verso Cuba che, seppur lontani dal riavvicinamento voluto da Barack Obama con Joe Biden suo vice, riavvia una serie di misure mirate per i cittadini del Paese caraibico e per i suoi imprenditori. Se con Donald Trump ci fu una chiusura nei confronti dell’isola e un ritorno alle sanzioni, il nuovo corso Democratico — a distanza di due anni dalle ultime elezioni e dalle promesse in campagna elettorale — riprende, in forma decisamente limitata, quella che fu una politica di sensazionale apertura verso L’Avana.

Ritorna in funzione il Cuban Family Reunification Parole Program, che permette ai cittadini statunitensi e ai residenti permanenti negli Usa di fare domanda, per i membri della loro famiglia a Cuba, di potersi recare negli States senza visto immigrazione. In questo modo viene ripristinato un canale di migrazione regolare, che semplificherà le visite tra famigliari o persino il loro ricongiungimento.

Ma non solo: come spiegato da Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato, “incoraggeremo la crescita del settore privato di Cuba supportando maggiore accesso ai servizi internet statunitensi e alle piattaforme di e-commerce. Verranno garantiti i pagamenti elettronici per le attività imprenditoriali sia Usa che cubane, compreso l’accesso al microfinanziamento”.

Tra le varie misure, una molto importante è relativa alle rimesse, il trasferimento di denaro dagli Stati Uniti verso Cuba. Verrà eliminato il tetto di 1000 dollari per trimestre voluto da Trump, aprendo anche al finanziamento di imprenditori che, in questo modo, potranno espandere gli orizzonti del proprio business.

“Queste azioni — ha affermato Price — sono finalizzate al supporto delle aspirazioni dei cubani per la libertà e maggiori opportunità economiche, permettendo loro di vivere serenamente. Prosegue la nostra richiesta alle autorità cubane per rilasciare immediatamente i prigionieri politici, rispettare le libertà fondamentali dei cittadini e permettere alla popolazione di scegliere autonomamente il proprio futuro”.

La mossa di Biden è indubbiamente coraggiosa perché, a pochi mesi dalle elezioni di metà mandato, rischia di inimicarsi una fetta d’elettorato importante: quella dei cubani statunitensi del sud della Florida, gli stessi che hanno appoggiato apertamente le rigide politiche trumpiane verso l’isola. Per il Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, l’annuncio statunitense è “un piccolo passo in avanti verso la giusta direzione. Non cambia l’embargo, la decisione fraudolenta di inserire Cuba tra gli Stati sponsor del terrorismo né le misure coercitive di massa pressione di Trump che ancora pesano sul popolo cubano”.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

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