di Carlo Longo
I presidi di sicurezza informatica dei sistemi sanitari di 6 Regioni italiane -Campania, Lazio, Puglia, Lombardia, Calabria e Veneto- sono stati violati e sono stati acquistati oltre 120 Green Pass falsi da persone che non ne avevano diritto. Il sistema elaborato per rilasciare certificati falsi riusciva a sfruttare i canali di accesso messi a disposizione alle farmacie per generare il Green Pass, tanto a seguito di tampone che dopo il vaccino.
L’indagine è partita dalla Procura di Napoli e ha condotto a perquisizioni in tutta Italia. In particolare la polizia postale ha perquisito 40 locali e posto in essere 67 sequestri preventivi. Le credenziali di accesso al sistema in grado di generare le certificazioni sono state scoperte attraverso tecniche di phising, vale a dire un sistema idoneo a generare email istituzionali in tutto simili a quelle del sistema sanitario regionale conducendo, così, i titolari delle farmacie a collegarsi ad un sito web in tutto e per tutto identico a quello del sistema sanitario ma completamente falso. In altri casi invece i Green Pass falsi venivano rilasciati ricorrendo a chiamate VoIp internazionali in grado di sostituire il numero del chiamante con quello del sistema sanitario regionale.
A seguito delle indagini della Polizia Postale sono state individuate 15 persone, indagate per essere partecipi all’associazione criminale che ha avuto illegittimo accesso ai sistemi informatici e ha in seguito creato i certificati falsi, ma anche 67 acquirenti. Grazie all’intervento tempestivo del ministero della Salute le certificazioni verdi false sono stati disabilitati così da inibirne qualsiasi utilizzo. I possessori di Green Pass ottenuti illegittimamente per ora sono stati trovati a apoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Bolzano, Como, Grosseto, Messina, Milano, Monza-Brianza, Reggio Calabria, Roma e Trento. Tuttavia non si esclude che il numero di detentori effettivi sia maggiore di quelli che sono stati per ora individuati.
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