Guerra Russia-Ucraina: Kiev riconquista 6 mila chilometri di territorio, i deputati russi chiedono le dimissioni di Putin

di Carlo Longo

“Le nostre truppe continuano ad avanzare”,  ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto messaggio serale, ribadendo che Kiev nell’ultimo mese ha riconquistato “6mila chilometri di territorio” nell’Ucraina orientale e meridionale. Effettivamente le forze russe hanno abbandonato alcuni insediamenti tanto nella regione orientale di Lugansk, dove l’esercito ucraino ha cominciato immediatamente le operazioni di bonifica, tanto sul fronte meridionale dove i soldati ucraini hanno issato la bandiera nazionale nel villaggio di Novovoznesenske, nella regione di Kherson. L’esercito di Kiev infierisce anche nella regione frontaliera russa di Belgorod, rivendicando un’avanzata fino al confine russo. “Sfortunatamente, ci sono state alcune vittime: un cittadino ucraino, nato nel 1942, è morto. Inoltre, ci sono quattro vittime con ferite lievi che sono state ricoverate presso l’ospedale del distretto centrale di Valuy. Tre di loro sono cittadini ucraini, mentre un altro è residente a Logachevka”, ha scritto il governatore locale, Vyacheslav Gladkov.

A fronte di questo quadro appaiono sotto tutt’altra luce rispetto ai giorni scorsi le affermazioni del leader ceceno Ramzan Kadyrov che ha elogiato le capacità di combattimento dei suoi miliziani avvertendo che “attendono l’esercito ucraino e hanno in serbo una bella sorpresa” e ricordando che le forze speciali cecene del reggimento Akhmat “occupano tutte le postazioni strategiche nella regione di Zaporizhzhia”. Il dato di fatto è che, secondo quanto riporta il Guardian sulla base delle dichiarazioni dello Stato maggiore di Kiev, “il comando militare della Federazione russa ha sospeso l’invio di nuove e già formate unità nel territorio dell’Ucraina”.

Tuttavia, per la Russia non ci sono i presupposti per un incontro negoziale tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il presidente ucraino, Volodymyz Zelensky. “Al momento non vediamo alcuna prospettiva di negoziazione e continuiamo a ritenere che non ci siano i prerequisiti per tali negoziati”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Il capo dello Stato ucraino aveva, peraltro, già in precedenza  escluso che sia possibile in questa fase un incontro con Putin.

In Russia, però, il clima di tensione è alto, l’esercito è in rotta verso il confine e l’economia risente delle sanzioni, pertanto i deputati di diciotto distretti di Mosca e San Pietroburgo hanno lanciato una petizione affinchè Putin si dimetta affermando che le sue azioni “ledono il futuro della Russia e dei suoi cittadini”.

“Le azioni del presidente Putin sono dannose per il futuro della Russia e dei suoi cittadini”, si legge nella petizione condivisa su Twitter da Ksenia Torstrem, deputata del distretto Semyonovsky di San Pietroburgo. “Chiediamo le dimissioni di Vladimir Putin dalla carica di Presidente della Federazione Russa”, prosegue il comunicato. La mossa di lanciare la petizione è stata assai ardita in quanto le leggi approvate dopo l’invasione dell’Ucraina vietano sostanzialmente qualsiasi affermazione di dissenso alla guerra con pene fino a 15 anni di reclusione qualora siano diffuse informazioni sull’esercito ritenute “false” dalle autorità. In questa scia si colloca la decisione di accusare di “discredito dell’esercito” sette membri del consiglio distrettuale Smolninskoye di San Pietroburgo  che hanno chiesto ai deputati della Duma nazionale di indagare Putin per “alto tradimento” per l’invasione dell’Ucraina.

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