Haiti, escalation di violenza ad opera delle gang locali: oltre 148 morti

di Carlo Longo

Esecuzioni in piena regola, teste decapitate per le strade della città, incendi e devastazione: la regione di Port-au-Prince, capitale di Haiti,  continua a vivere una dilagante escalation di violenza ad opera della criminalità locale,  che ha condotto alla morte di oltre 148 persone e ha provocato l’incendio di 81 edifici e 57 veicoli. Lo ha reso noto la Rete nazionale di difesa dei diritti umani haitiana (Rnddh). La Ong ha, inoltre, precisato che il numero dei decessi è relativo al periodo intercorrente tra il 24 aprile e i primi giorni di maggio e che tra le città dove si sono registrati i maggiori crimini  vi sono Butte Boyer, Mrécage, Corridor Djo e Santo 2. Qui sono stati bruciati 17 cadaveri e altri 30 sono stati sepolti in fosse comuni.

La Rete nazionale di difesa dei diritti umani ha denunciato a fronte dell’inaudita violenza delle bande criminali Mawozo 400 e Chen Mechan, ben note all’opinione pubblica haitiana,  una risposta blanda da parte delle forze dell’ordine. La terribile e pericolosa situazione ha condotto i cittadini ad abbandonare le loro abitazioni. Secondo i dati divulgati dall’Rnddh  sono oltre 9000 le persone costrette a fuggire. Dopo la vera e propria guerriglia urbana la polizia haitiana ha fatto sapere di aver ripreso il controllo del territorio, tuttavia la popolazione mantiene un approccio quanto più possibile prudente.

Peraltro in questa settimana almeno 17 persone sono state rapite vicino alla capitale Port-au-Prince, mentre si trovavano su un bus turistico. Sono stati presi in ostaggio il conducente, un cittadino della Repubblica Dominicana, e tutti i passeggeri. Secondo le ricostruzioni, questi ultimi erano cittadini turchi e haitiani, ma non è ancora chiaro se fossero turisti, cooperanti o missionari. Per il momento il rapimento non è stato ancora rivendicato da alcuna gang ma si presuppone sia  opera della Mawozo 400, che lo scorso ottobre ha rapito 17 missionari americani e chiesto 1 milione di dollari per ciascun ostaggio.

Come le altre bande criminali di Haiti, la 400 Mawozo si è rafforzata soprattutto dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto nel luglio del 2021, e ha sfruttato la grave crisi che ne è seguita stringendo alleanze con vari politici locali. Haiti è uno dei Paesi più poveri al mondo, colpito anche da diversi disastri naturali, e la situazione della sicurezza desta non poche preoccupazioni da tempo: nei mesi scorsi le bande criminali avevano l’assoluto controllo delle strade e dei porti ed hanno utilizzato il loro potere per bloccare la distribuzione di cibo e carburante e costringere costringere il primo ministro Ariel Henry alle dimissioni.

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