Hamas non consegna la lista degli ostaggi e Israele non va al Cairo: si allontana l’ipotesi di un accordo

Hamas suggerisce che un accordo potrebbe essere raggiunto nelle prossime 24-48 ore se Israele accetta le loro richieste. Israele insiste nel conoscere i nomi dei prigionieri detenuti da Hamas che devono essere rilasciati e il numero di detenuti palestinesi da liberare in cambio

di Mario Tosetti

Si allontana l’ipotesi di un accordo su una tregua a Gaza.Tel Aviv ha annunciato al Times of Israel non invierà una delegazione al Cairo per discutere della tregua e del rilascio degli ostaggi, spiegando che Hamas ha rifiutato di consegnare una lista degli ostaggi in vita. Israele insiste, infatti, nel conoscere i nomi dei prigionieri detenuti da Hamas che devono essere rilasciati e il numero di detenuti palestinesi da liberare in cambio.

Delegati dagli Stati Uniti, Qatar e Hamas sono giunti,, invece, al Cairo per negoziare una possibile tregua prima dell’inizio del Ramadan, il periodo di digiuno musulmano, iniziando il 10/11 marzo, secondo quanto riportato dal Guardian. La delegazione americana è stata la prima a giungere, seguita da quella del Qatar.

In una sede segreta dove si svolgono gli incontri, la delegazione di Hamas, formata da tre leader, presenterà una posizione congiunta delle fazioni palestinesi su un possibile nuovo accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.

Un funzionario di Hamas ha dichiarato all’Afp che è possibile una tregua nella striscia palestinese entro 24-48 ore, se Israele accetta le condizioni del partito. Le richieste di Hamas includono il ritorno degli sfollati palestinesi nel nord di Gaza e un aumento dell’assistenza umanitaria. Questo, ha sostenuto il funzionario, potrebbe portare a un accordo nelle prossime 24-48 ore.

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha istruito l’ambasciata israeliana a Washington di non assistere il ministro Benny Gantz, che si è recato in America. Gantz prevede di incontrare vicepresidente USA Kamala Harris, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, e membri di entrambi i partiti del Congresso. Netanyahu ha espresso la sua delusione per il fatto che Gantz abbia organizzato questo viaggio senza consultarlo.

Gantz, leader del partito centrista “Unità Nazionale” e ex ministro della Difesa, ha dichiarato che il suo obiettivo è di consolidare i legami strategici con gli Stati Uniti. Prevede anche di affrontare il problema della liberazione degli ostaggi a Gaza e di stabilire un accordo politico con il Libano per neutralizzare la minaccia rappresentata da Hezbollah lungo il confine con Israele.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati