I 100 giorni di Joe Biden che hanno già cambiato l’America

Di Velia Iacovino

Altro che sleepy, come lo aveva bollato sarcasticamente il suo predecessore Donald Trump, Joe Biden è un presidente superattivo, che sta traghettando gli Stati Uniti fuori dalla pesantissima crisi in cui stavano precipitando. E a cento giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, con un indice di gradimento nei sondaggi in crescita, ha annunciato un secondo pacchetto di interventi dopo quello emergenziale. “Il futuro dell’America è nelle nostre mani”, ha detto nel discorso che ha tenuto al Congresso riunito in seduta plenaria, con la vice presidente Kamala Harris e la speaker della Camera Nancy Peloso simbolicamente alle sue spalle, a sottolineare l’importanza che le donne rivestono per la nuova amministrazione americana.

Crescita e sviluppo, le sue parole chiave, attraverso massicci investimenti per rilanciare il paese, sostenere la classe media americana a rischio di precipitare sotto la soglia della povertà ed eliminare le discriminazioni e le ingiustizie sociali, riformando anche profondamente il corpo di polizia, affinchè non si verifichi mai piu’ nessun altro caso Floyd. “Dobbiamo dimostrare che la democrazia funziona ancora e che il nostro governo lavora per il popolo”, ha rimarcato il presidente, che in molti hanno già cominciato a paragonare a Franklyn Delano Roosevelt, che dal 1933 al 1937 con il New Deal guidò l’America fuori dalla Grande Depressione. Biden ha illustrato un piano per le famiglie e per la scuola da  1.800 miliardi, ha annunciato che altri 1.900 miliardi saranno destinati alle misure anti Covid  e 2.300 miliardi al  rilancio  e alla modernizzazione delle infrastrutture con la creazione di nuovi posti di lavoro nel segno della lotta al cambiamento climatico. “Non c’è alcuna ragione per cui gli americani non possano guidare il mondo nella produzione di auto e batterie elettriche”, ha sottolineato, promettendo anche che nessuno verrà lasciato indietro e dimenticato.

Ma chi pagherà per tutto questo? La Casa Bianca ha già pronto un piano che prevede l’aumento delle tasse sulle corporation e sulla popolazione più ricca. “Dai dati emerge che il 55% delle aziende più grandi abbia pagato zero tasse federali sul reddito lo scorso anno su oltre 40 miliardi di utili, evadendo attraverso paradisi fiscali, dalla Svizzera alle Bermuda alle Cayman. Questo non è giusto”, ha detto Biden confermando che il governo sta lavorando a una riforma fiscale, che si concentrerà “sull’1% più ricco della popolazione e sulle grandi corporation”. E’ stato intanto già disposto l’aumento dell’aliquota sugli utili delle imprese, dal 21% al 28% e il ritorno al 39,6% della aliquota che Donald Trump aveva ridotto al 37% sullo scaglione di reddito annuo oltre i 400 mila dollari all’anno.  I repubblicani sono già sul piede di guerra. Ma anche a loro si è rivolto il presidente chiedendo unanime sostegno per la vittoria nel 21esimo secolo dell’America, che è in competizione con la Cina e con altri paesi. “Abbiamo iniziato in un abisso di insurrezione e autocrazia, di pandemia e dolore, e noi popolo americano, non siamo fuggiti. Non è mai stato un bene scommentere contro gli Stati Uniti e non lo è neanche adesso”.