Dopo vari rinvii dovuti a problemi di salute, oggi finalmente la premier Giorgia Meloni ha tenuto questa mattina la tradizionale conferenza di fine anno, che inizialmente era stata fissata per il 21 dicembre, poi rinviata al 28 e infine al 4 gennaio. Un incontro che é una sorta di rito per la stampa italiana, nel corso del quale il presidente del Consiglio fa il punto della situazione e delinea l’agenda politica dei mesi a venire rispondendo alle domande dei giornalisti.
La protesta della Fnsi
Tanti i temi affrontati nel corso dell’incontro segnato dalla protesta dei giornalisti della Fnsi contro l’approvazione “di un emendamento che rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria”, come ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, in apertura della conferenza stampa. «Chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato – ha sottolineato – una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un’informazione libera”. “In questi decenni i giornalisti non hanno esitato a rischiare la vita e talvolta a perderla per raccontare la realtà- ha ricordato – Sono diventati testimoni scomodi, questa è la nostra storia, le nostre radici ispirate alle tradizioni internazionali, in difesa della libertà e dei diritti umani”.
Immediata la replica della Meloni, che ha spiegato che la legge prevede che non possa essere pubblicata per intero o per estratto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sapete che nel 2017 – ha ricordato la premier- fu fatta dall’llora riforma Orlando fu fatta un’eccezione a questa previsione del nostro codice penale, consentendo la pubblicazione, ma questo non toglie al diritto del giornalista di informare, rimane il diritto del giornalista a conoscere quell’atto e riportare le notizie. Quindi francamente non ci vedo un bavaglio, sempre che non si dica che fino al 2017 la stampa non sia stata imbavagliata. Mi pare una iniziativa di equilibrio tra il diritto di informare e il diritto di un cittadino prima di essere condannato e di esercitare il diritto alla difesa a far pubblicare elementi che possono ledere la sua onorabilità”.
Le tasse non saranno aumentate
“Bisogna sapere di cosa parliamo perché non sappiamo quale sarà la crescita dell’economia italiana, è stimata superiore alla media Ue, io non sono per aumentare le tasse, lavoro prevalentemente sul taglio della spesa, che è quello che abbiamo fatto con questa legge di bilancio, sostenendo ad esempio il rinnovo del taglio del cuneo contributivo”, ha sottolineato la Meloni rispondendo alla domanda sul buco nel bilancio di 32 ml. “Io confido – ha detto Meloni+ che magari lungo questo anno si possa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse che libererebbe diverse risorse, il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura migliorarle, ma lo valuteremo. Tra i due -aumentare le tasse o tagliare la spesa pubblica- ovviamente scelgo la seconda”.
Elezioni Europea
“Non ho ancora deciso se mi candido, valuterò il consenso cittadini”. Cosí la premier ha risposto a chi le ha chiesto se intende partecipare al voto del 4 giugno. “La mia eventuale candidatura potrebbe forse portare altri leader a fare la stessa scelta, penso ai leader dell’opposizione: sarebbe anche un test. In ogni caso per quanto riguarda la maggioranza Ursula in Ue, io lavoro per costruire una maggioranza alternativa che tra l’altro negli ultimi mesi ha dimostrato di poter esistere su alcuni dossier come la transizione verde o l’immigrazione. Se questo non fosse possibile, non sarei mai disponibile a fare un’alleanza parlamentare con la sinistra, non lo ho fatto in Italia e non lo faro’ in Europa”.
Patto di stabilità. Non è quello che volevo, ma sono soddisfatta
Alla domanda sul Patto di Stabilitá la premier ha detto:”Sono soddisfatta anche se non è quello che volevo”. Mentre sul tema del Mes, bocciatodal Parlamento ha aggiunto: stato un errore sottoscrivere una modifica del trattato sapendo che non c’era una maggioranza in parlamento all’epoca per sottoscriverla. Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del patto di Stabilità. Penso che il Mes sia uno strumento obsoleto, la reazione dei m’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace, ed è questa la strada su cui lavorare”.
Tasse sulle banche
Sulla tassa extraprofitti alle banche la Meloni ha affermato :”Mi fa sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto il coraggio di tassare le banche, sono quelli che alle banche hanno preferito fare regali miliardari. Vale per il Pd, con salvataggi diretti, per il M5S, cintura nera di aiuti alle banche. Noi abbiamo applicato una tassa su quello che riteniamo un margine ingiusto. C’è stata una differenza tra i tassi di interesse per i mutui e quelli dei depositi e dei conti correnti. La differenza è stata oggetto della tassazione per il 40 per cento. La tassa c’è, quello che è cambiato è stata l’aggiunta della possibilità di accantonare un importo par a due volte e mezzo l’ammontare della tassazione in una riserva non distribuibile”.
Disponibile a incontrare la Schlein
“Non mi sono mai sottratta né lo farò. Siamo due leader politici. Non so se lei sia disponibile, non mi prendo impegni sul dove, ma posso dare la mia disponibilità a fare il confronto”. Questo é quanto ha sottolineaato la premier a proposito di un incontro la segretaria del Pd Elena Ethel Schlein
In incarichi super parte no a militanti di partito
“Non voglio intervenire, ma immaginare che le persone di nomina politica in incarichi super partes si comportino da militanti politici mi fa paura. Non si può considerare normale, è una mentalità che combatto. Mi aspetto una risposta da parte di Elly Schlein, e anche da parte di chi ha nominato questa persona”. Cosí ha risposto la Meloni rispondendo a una domanda sul caso di Marcelo Degni, il magistrato della Corte dei Conti nella bufera per i suoi tweet.
Sui migranti regole migliori delle precedenti
Sul tema dei migranti, Meloni ha sottolineato che il Patto Ue non è una soluzione. “Quello che va fatto in Africa – ha ricordato-è il diritto a non emigrare prima del diritto ad emigrare. Il piano Mattei costituisce questa idea, e il mio obiettivo è che diventi un modello a cui altri Paesi possano aggregarsi: è più avanti di quanto sembri e di quanto senta dire. Non è solo l’energia il nostro focus, ma ritengo che se vogliamo lavorare a una strategia, dobbiamo considerare che l’energia è un tema importante se vogliamo confrontare Europa, che ha bisogno di energia, e Africa, che è un grande produttore. Ma lavoriamo anche sulla formazione. Ci sono progetti specifici, ma non ne voglio parlare in anticipo”.
L’appello di Mattarella non rimarrá inascoltato
“Ho letto con grande attenzione la lettera del Presidente Mattarella” , ha detto la premier in riferimento alle obiezioni del capo dello stato sulla legge delle proroghe sulle ccessioni su ambulanti e balneari. Sugli ambulanti in particolare ha sottolinato “l’intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento dei soggetti interessati in Comuni diversi. L’appello del Presidente non rimarrà inascoltato e su questo occorrerà valutare nei prossimi giorni con i partiti della maggioranza e con i Ministri interessati l’opportunità di interventi chiarificatori sulla materia”. Mentre sui balneari ha ricordato che é stato fatto un “lavoro serio e ora l’obiettivo del Governo è una norma di riordino che ci consenta di mettere ordine alla giungla di interventi e pronunciamenti e di un confronto con la Commissione europea con il duplice obiettivo di scongiurare la procedura di infrazione e dare certezza agli operatori. Questo è il lavoro che stiamo facendo per dare certezza sia agli operatori che agli enti che devono applicare le norme e sarà l’oggetto del lavoro delle prossime settimane”.
Giustizia
Una prioritá, cosí la Meloni ha definito la riforma della giustizia e quella burocrazia. “Spesso – ha sottolieato- abbiamo dato l’immagine di uno Stato forte con i deboli, debole coi forti. Non è la mia mentalità, credo che questo segnale sia arrivato, e che alcuni segnali dall’economia lo dimostrino. Ma sono due cose su cui bisogna avere il coraggio di riformare in maniera seria, e dare il segnale che l’Italia non vuole essere più fanalino di coda”.
Nuovo antisemitismo
La Meloni ha anche parlato facendo riferimento all’attacco di Hamas dell’8 ottobre a Israele di “nuovo antisemitismo mascherato nelle sembianze islamiche” e ha detto che il suo governo sta lavorando “sul piano della sicurezza, ma quello più importante è quello culturale”. “Il prefetto Pecoraro – ha anche riferito- si è dimesso per ragioni personali dal suo incarico di coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo” e che si sta procendo alla nomina al suo posto del generale Pasquale Angelosanto, già capo del Ros, una figura “molto autorevole per occuparsi di questa materia”.
Difesa del premierato
La Meloni ha difeso la sua riforma costituzionale dell’elezione del Premier, negando che essa equivarrá a una perdita dei poteri del presidente della Repubblica. L’elezione diretta del capo del governo rafforza la stabilità dei governi: come può questo ledere i poteri del capo dello Stato? “
Le parole di Amato
“Sul tema della commissione algoritmi credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo ma al di là di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale”, ha detto Meloni e ha aggiunto: “La democrazia per cui la sinistra fa quello che vuole e gli altri non hanno diritti non è il mio mondo e farò di tutto per combatterlo”.
Caso Verdini
Sull’inchiesta sugli appalti Anas che coinvolge Tommaso Verdini e Denis Verdini, padre e fratello della compagna di Matteo Salvini la premier ha sottolineato: “Penso che sulla questione bisogna attendere la magistratura, sicuramente quello che ho letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa, e non ritengo che debba riferire in Aula. Penso che si faccia sempre un errore quando si tenta di trasformare un caso come questo in un caso politico, da quello che so l’unica tessera che ha avuto Verdini è quella del Pd, ma nessuno ha pensato di coinvolgere il Pd in questa materia. Mi pare che con questo governo affaristi e lobbisti non stiano passando un buon periodo con questo governo, e non escludo che sia anche questo il motivo per cui mi arrivano certi attacchi”.
Sospeso Pozzolo da Fdi
“Il parlamentare Pozzolo ha un porto d’armi per difesa personale, non so perchè ma questo non va chiesto a me ma all’autorità competente”. Cosí la Meloni sul caso del deputato del suo partito. “Girava con un’arma a Capodanno, presumo che chi ha un porto d’armi per difesa personale porti con sé un’arma, ma la questione non è questa. Il punto è che chiunque abbia un’arma deve disporne con serietà e responsabilità, per questo c’è un problema con quello che è accaduto, non conosco la dinamica della vicenda, vedremo. Ma in ogni caso qualcuno non è stato responsabile, e chi non è stato responsabile è chi detiene quell’arma, non va bene per chiunque ma in particolare , ho chiesto che venga deferito alla commissione garanzia di probi viri di FdI, e sospeso dal partito, che è quello che posso fare sul piano statutario», sottolinea la premier che non dice una parola sul sottosegretario Delmastro”.
Rai Telemeloni
Rai Telemeloni? E’ stato chiesto alla Meloni. “Ho letto delle accuse di regime. Ma quando FdI unica all’opposizione ai tempi di Draghi era l’unico partito non rappresentato in Rai, il Pd con il 18% aveva occupato l’80% dei posti in Rai. Io sto solo cercando di riequilibrare il servizio pubblico. Si può fare molto per pluralismo e qualitá. La Rai è la principale azienda culturale italiana, ma è anche un’importante e imponente struttura pubblica con pregi e difetti, che ha avuto e ha i suoi problemi. Penso che molto si possa fare soprattutto per migliorare la qualità del servizio pubblico, per garantire maggiore pluralismo e maggiore obiettività, per limitare alcuni sprechi che abbiamo vissuto in passato.
Paradisi fiscali
Gli italiani ricchi, è stato ricordato alla premier, detengono 200 miliardi nei paradisi fiscali, che sará fatto per questo? Meloni ha detto che “la risposta deve essere data a livello europeo. Prevediamo -ha aggiunto- anche una riforma del fisco”
Rimpasto? Sono contenta della squadra
“Non auspico, non voglio e non lavoro ad un rimpasto del governo. Sono contenta della mia squadra”, ha detto la Meloni a chi ventilava questa possibilitá.
La via della Seta
“Eravamo l’unico paese del G7 a far parte della via della seta, e ho seguito la mia coerenza. Ma sulla Cina le intenzioni sono tutte tranne che ostili: Non ho bisogno della via della seta per avere accordi con la Cina”, ha assicurato la premier a questo riguardo.
Maternitá
“Se dovessi scegliere tra il lavoro di premier e mia figlia, sceglierei certamente mia figlia, ma non accetterò mai che le donne siano costrette a questa scelta. Lavoro affinché le donne possano conciliare sempre meglio lavoro e maternità”. Secondo la premier poter avere figli e raggiungere obiettivi di carriera contemporaneamente é una legittima aspirazione.
Privatizzazioni
“L’impostazione del governo sulle privatizzazioni è lontana anni luce dal passato, quando erano regali milionari a pochi imprenditori. Noi vogliamo ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e riaffermare la presenza dello Stato dove è necessaria. Ad esempio per alcuni non riduciamo il controllo pubblico, penso a Poste, mentre ritengo possibile fare entrare i privati dove c’è il totale controllo pubblico come in Ferrovie. Ma la tepistica non dipende solo da me. Abbiamo dato un bel segnale per Mps, alcune risorse sono rientrate. Lo Stato deve controllare quello che è strategico ma questo non vuol dire non aprirsi al mercato”. Lo ha detto Giorgia Meloni parlando delle privatizzazioni.
Ucraina e Medio Oriente
“Kiev va sostenuta, e l’Italia deve essere parte attiva nella crisi in Medio Oriente. Credo nella funzione dell’Unione Europea, possibilmente in maniera più coesa. Fondamentale lavorare a soluzione strutturale per risolvere questione palestinese”. E’ quanto ha detto la premier in riferimento ai due conflitti in atto.