Il Pantheon di Parigi accoglie le spoglie dell’eroe armeno della Resistenza francese

Il Pantheon di Parigi dove riposano i   “grands hommes de l’époque de la liberté française”  ha accolto le spoglie dell’eroe armeno della Resistenza francese fucilato nazisti il 21 febbraio del 1944. Una targa ricorda i 22 partigiani tutti stranieri che morirono con lui. Tra loro anche cinque  italiani giovanissimi

di redazione

Le spoglie dell’ armeno Missak Manouchian, simbolo degli eroi  stranieri della Resistenza francese riposano da oggi insieme a quelle della moglie Mélinée nel Pantheon di Parigi, luogo della memoria dedicato agli uomini e alle donne che hanno segnato la storia del paese a partire dalla Rivoluzione del 1789. Una targa é stata posta anche a ricordo di altri partigiani fucilati come Manouchian il 21 febbraio del 1944 su Mont-Valérien, tra cui figurano cinque italiani: Rino Della Negra, Spartaco Fontanot, Cesare Luccarini, Antoine Salvadori, Amedeo Usseglio.

Poeta, ex-operaio di Citroën, Manouchian si rifugiò in Francia nel 1925, dopo essere scampato al genocidio armeno, nel 1943 si arruolò nelle fila della resistenza comunista che combatteva gli occupanti nazisti e i collaborazionisti di Vichy. Entrato nei gruppi armati dei Francs-tireurs et partisans – Main-d’œuvre immigrée (FTP-MOI) ne divenne presto uno dei leader, coordinando azioni di sabotaggio, attentati e agguati nell’area di Parigi.

Arrestato nel 1943, vennne giustiziato dai tedeschi il 21 febbraio 1944 al Mont-Valérien, insieme a 22 dei suoi compagni di lotta. La moglie Mélinée riuscì a sfuggire alla cattura, trascorrerà tutta la sua vita in Francia, dove mori nel 1989.

Ecco gli italiani tutti giovanissimi, che sacrificarono la propria vita per la libertá

Rino Della Negra (Vimy, 18 agosto 1923 – Mont Valérien, 21 febbraio 1944). Fra i più giovani partigiani del gruppo Manouchian,  lavorava come operaio e giocava come calciatore dilettante nella primavera del “Red Star Olympique” di Parigi. I genitori erano del Friuli. Dopo varie azioni antinaziste, insieme agli altri membri del gruppo Manouchian viene condannato a morte e fucilato nella fortezza di Mont-Valérien. È seppellito nel Cimitero parigino d’Ivry.

Spartaco Fontanot (Monfalcone 17 febbraio 1922 – Mont Valérien, 21 febbraio 1944) Emigrato con la famiglia in Francia, nel 1941 abbandonò il lavoro e gli studi per impegnarsi a tempo pieno, così come hanno fatto i suoi cugini Nerone e Giacomo Fontanot, nella lotta agli occupanti nazisti. Spartaco, accorso tra i Francs-tireurs partisansdella regione parigina, divenne membro di una cellula di tre patrioti, un “triangolo” che dirigeva un gruppo di ventidue combattenti. Anche lui fu giustiziato a Mont Valerien.

Cesare Luccarini (Castiglione dei Pepoli 22 febbraio 1922 – Mont Valérien, 21 febbraio 1944) Emigrato in Francia nel 1936. Figlio di antifascisti, fin dalla giovane età prese parte all’organizzazione della Gioventù comunista. Dopo l’occupazione nazista della Francia partecipò attivamente alla Resistenza in organismi francesi. Il 30 gennaio 1942 venne arrestato, ma riuscì ad evadere dal campo di concentramento dove era stato rinchiuso. Raggiunse la regione parigina ed entrò a far parte del battaglione gappista guidato dal poeta armeno Manouchian. Partecipó nel luglio del ’43 all’esecuzione del generale Von Schaumburg.Catturato assieme a diversi suoi compagni, nel corso di un processo sommario, svoltosi nella sala dell’Hotel Continental, venne condannato a morte.

Antoine Salvadori (San Gregorio, Parma, 13 giugno 1920 – Mont Valérien, 21 febbraio 1944), si trasferì con la famiglia a Belfort nel 1927 e  poi a Lens nel 1939. Operaio cementiere, nella miniera del Pas -de- Calais conobbe Eugène Martinelli, segretario della sezione locale del Partito Comunista Francese e segretario regionale dell’Unione Popolare Italiana e grazie a lui si trasferí bella capitale. Entró nella Resistenza francese e accusato di vari reati venne portato dinanzi di Gross Paris il 18 febbraio 1944 davanti al tribunale di Gross Paris in rue Boissy-d’Anglas. Fu fucilato a Mont-Valérien insieme agli altri ventidue condannati a morte.

Amedeo Usseglio Polatera ( Giaveno 1911– Mont Valérien, 21 febbraio 1944) arrivò in Francia nel 1930. Nel gennaio 1943, gli fu ordinato di andare a lavorare in Germania, ma rifiutò e si unì al 3° distaccamento italiano gruppo organizzato da Missak Manouchian. La sua specialità erano i deragliamenti dei treni.Arrestato dalla Brigata Speciale il 22 ottobre 1943, torturato fu  fucilato a Mont-Valérien, con i suoi compagni.

 

 

 

 

 

 

 

 

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