Il premier israeliano Netanyahu è a Roma: “L’Italia riconosca Gerusalemme capitale del popolo ebraico”

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è in visita a Roma. Nella giornata del 10 marzo incontrerà la premier Giorgia Meloni. Netanyahu ha annunciato di voler chiedere all’Italia di riconoscere Gerusalemme capitale ancestrale del popolo ebraico. Intanto non si placano le proteste in Israele contro la riforma della giustizia. Sotto l’Altare della Patria si sono riuniti i palestinesi residenti in Italia

di Mario Tosetti

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per la terza visita all’estero da quando è alla guida del governo, è a Roma e si fermerà per tre giorni. Per il primo ministro israeliano l’agenda è intensa, in primo luogo ha portato un saluto alla comunità ebraica romana, alla presenza della presidente Ruth Dureghello, della presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Noemi Di Segni e del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni.   Nella giornata del 10 marzo pranzerà con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dopo l’incontro è prevista una conferenza stampa. Subito dopo Netanyahu parteciperà insieme al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al Forum economico per le imprese a Palazzo Piacentini.

Netanyahu mancava da Roma dal 2016, quando è stato a far visita all’allora premier Matteo Renzi. In un’intervista rilasciata a Repubblica il premier israeliano ha sottolineato la tradizione che lega Roma e Gerusalemme, definendola “forte e antica”, per poi sottolineare: “credo sia venuto il momento per Roma di riconoscere Gerusalemme come capitale ancestrale del popolo ebraico, da ben tremila anni. Come hanno fatto gli Stati Uniti con un gesto di grande amicizia”. Il capo del governo di Israele ha, poi, auspicato che Roma e Gerusalemme incrementino la collaborazione economica tra i Paesi. “Israele è una patria dell’innovazione e credo che reazioni più strette con le vostre aziende saranno positive per entrambi. E poi c’è il gas naturale: ne abbiamo molto e vorrei discutere di come farlo arrivare in Italia per sostenere la vostra crescita economica”, ha commentato Netanyahu.

Per quanto riguarda la situazione geopolitica il premier israeliano ha annunciato che certamente argomento di discussione  con Meloni sarà la situazione in Iran. “Dobbiamo impedire che raggiunga l’atomica perché con i suoi missili potrebbe raggiungere molti Paesi, anche in Europa, e nessuno vuole essere preso in ostaggio da un regime fondamentalista dotato del nucleare. Inoltre, auspico un’ accelerazione nel cambiamento di approccio dell’Italia alle votazioni all’Onu. Dal 2015 l’Italia ha votato all’Onu ben 89 volte contro di noi. È un fatto che stride con le ottime relazioni bilaterali. Invece di occuparsi di nazioni come Siria e Iran dove i diritti più elementari vengono violati, all’Onu si vota contro Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente. Infine, vorrei con l’Italia una partnership più stretta sulle politiche Ue”, ha evidenziato Netanyahu.

Sulle tensioni in Israele e le proteste che, ormai da nove settimane, si susseguono a fronte della riforma della giustizia Netanyahu si è espresso considerandole sintomo della forte democrazia nel Paese.  “Le proteste sono parte naturale di questo confronto ma credo che le supereremo”, ha affermato il premier.  Eppure le proteste continuano in tutto il Paese con blocchi stradali, scioperi e interruzioni di attività essenziali. Inoltre, i primi due mesi di governo di Netanyahu sono stati caratterizzati da forti tensioni in Cisgiordania, con ripetuti scontri con la Palestina.

Le proteste sono arrivate anche a Roma. Alcune decine di palestinesi che vivono in Italia si sono riuniti sotto l’Altare della Patria. “Siamo scesi in piazza per dire no alla politica criminale del governo più estremista nella storia dello Stato di Israele”, ha affermato Yousef Salman, presidente della Comunità Palestinese di Roma che ha aggiunto: “Netanyahu chiederà all’Italia di riconoscere Gerusalemme come Capitale dello Stato di Israele. Lo hanno già fatto gli Stati Uniti. Ma noi abbiamo sempre detto che Gerusalemme non è un territorio americano e nemmeno italiano e quindi non può essere regalato a uno Stato che non ha nessun diritto. Da tanti anni sono in Italia. Rimpiango gli anni di Andreotti, Craxi e Berlinguer. Andreotti a Venezia riconobbe il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. Noi vogliamo che l’Italia continui a giocare questo ruolo positivo importante per noi”.

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