Il tribunale di Catania rilascia quattro migranti: “Il decreto del governo è illegittimo”

Lo scontro con la magistratura di Catania non è l’unica bega con cui ha a che fare Meloni di recente: da un lato l’aumento dello spread, dall’altro la lite con la Germania sulle Ong. Ma Meloni assicura: “Il governo non cadrà se non per nostre responsabilità”

di Emilia Morelli

Il decreto del governo che consente di porre in stato di arresto i richiedenti asilo che provengono da Paesi sicuri in attesa dell’esito della procedura di frontiera, con cauzione di 5 mila euro, è illegittimo perchè in contrasto con la Costituzione e con le norme europee. Lo hanno statuito i magistrati di Catania  che hanno accolto il ricorso di un migrante di origini tunisine disponendone la liberazione. A seguire, per gli stessi motivi, sono stati dichiarati illegittimi i provvedimenti di altri tre richiedenti asilo. Intanto il Ministro degli Interni ha fatto sapere che presenterà ricorso avverso la decisione del tribunale di Catania.

Nel dettaglio la parte del decreto firmato dall’esecutivo Meloni che viene contestata riguarda la procedura di trattenimento e la cauzione. La disciplina è incompatibile tanto con la Costituzione quanto con la normativa comunitaria ed in particolare con la direttiva Ue del 2013 definita “direttiva accoglienza”. “Il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda e il trattenimento deve essere una misura eccezionale e limitativa della libertà personale ex art. 13 della Costituzione”, hanno commentato i giudici catanesi.   Secondo i giudici di Catania, inoltre va escluso in toto – alla luce di principi della Costituzione – che la sola provenienza del richiedente asilo da un Paese sicuro “possa automaticamente privargli di fare ingresso nel territorio italiano per richiedere protezione internazionale”.

La querelle sul decreto del governo è solo una delle beghe con cui ultimamente si trova a che ì fare l’esecutivo guidato con la Premier: da un lato la lite con la Germania sulle Ong, dall’altro gli aumenti dello spread.

Meloni, però, non appare preoccupata. Il suo governo non cadrà.  “La preoccupazione la vedo soltanto nei desideri di chi immagina un governo democraticamente eletto debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto. Mi diverte molto il dibattito. Si fanno già i nomi dei ministri. Ma temo che questa speranza non si tradurrà in realtà. L’Italia rimane una nazione solida, che ha una previsione di crescita superiore alla media europea. E a quella di Francia e Germania”, ha detto la  premier a la La Valletta durante i lavori del vertice EuMed9.

Ma non solo, “sicuramente non cadrò per un complotto -ha aggiunto- Non succederà a me quello che è successo ad altri prima di me. Se andrà male sarà per colpa nostra, per qualcosa di concreto”. Sullo spread, fa sapere, il differenziale tra BtP e Bund “è inferiore di cinquanta punti rispetto ad un anno fa”. Ma soprattutto: “Io so leggere la politica e la realtà”.

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