Ilaria Salis andrà ai domiciliari a Budapest: accolto il ricorso

Il tribunale ha rivalutato il pericolo di fuga, ritenendolo attenuato grazie ai nuovi elementi presentati dalla difesa: un domicilio a Budapest e la possibilità di lavoro durante i domiciliari

Il tribunale di seconda istanza ha accolto il ricorso dei legali di Ilaria Salis, l’insegnante antifascista italiana detenuta in Ungheria dall’11 febbraio 2023 per l’aggressione di tre neonazisti dopo una sfilata di nostalgici delle SS nel Giorno dell’Onore. La decisione rappresenta una svolta inaspettata per Salis e i suoi familiari, che fino a ieri non avevano grandi speranze di un esito positivo.

Le motivazioni del provvedimento

Il tribunale ha rivalutato il pericolo di fuga, ritenendolo attenuato grazie ai nuovi elementi presentati dalla difesa: un domicilio a Budapest e la possibilità di lavoro durante i domiciliari. Questi fattori hanno convinto i giudici a mutare la misura cautelare, aprendo la strada anche a un possibile ritorno in Italia.

La cauzione e il braccialetto elettronico

I domiciliari saranno effettivi una volta pagata la cauzione di 16 milioni di fiorini ungheresi (circa 40.000 euro). I familiari di Salis sono pronti a effettuare il pagamento immediatamente. Salis sarà obbligata a indossare un braccialetto elettronico e potrà uscire solo con l’autorizzazione del tribunale fino alla sentenza di primo grado.

La reazione del padre e dei legali

Roberto Salis, padre di Ilaria, esprime felicità per il rilascio della figlia: “Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”. Tuttavia, mantiene un tono prudente: “Mia figlia non è ancora fuori dal pozzo, ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi”.

I legali di Salis, Mauro Straini ed Eugenio Losco, esprimono soddisfazione: “Finalmente finisce questo incubo per Ilaria, ma la sua battaglia continua”. Il legale ungherese Gyorgy Magyar ricorda che il ricorso è stato presentato contro la decisione del giudice Jozsef Sós che aveva negato i domiciliari in un’udienza del 28 marzo.

Possibilità di domiciliari in Italia

Con il trasferimento agli arresti domiciliari a Budapest, si apre la possibilità di un rientro in Italia, sempre sotto custodia cautelare. Una legge quadro del Consiglio europeo del 2009 sancisce il reciproco riconoscimento delle misure alternative alla detenzione tra gli Stati membri della UE. Tuttavia, la giurisprudenza non è univoca perché quella applicata a Salis è una misura cautelare e non una conseguente a una condanna definitiva.

Reazioni politiche

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rivendica il merito della soluzione: “È merito di tutti, di un’azione sinergica. Il governo e la nostra ambasciata hanno lavorato intensamente, in silenzio”. Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, esprime soddisfazione. Tuttavia, Roberto Salis, padre di Ilaria, ribatte: “Noi non abbiamo visto nessuna attività concreta da parte del ministro degli Esteri o del ministro di Giustizia per Ilaria”.

Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli lodano la determinazione della famiglia e di coloro che si sono battuti per i diritti di Ilaria. Elly Schlein aggiunge: “Un primo passo importante, ora speriamo possa presto rientrare in Italia, in sicurezza”.

Prossima udienza

La prossima udienza è fissata per il 24 maggio, la prima in cui Ilaria Salis non verrà portata in tribunale con catene e guinzaglio

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