Intelligenza artificiale e scuola: il 65% degli studenti usa Chatgpt per fare i compiti

I dati emergono da una ricerca recente, condotta da TGM Research per conto di NoPlagio.it, una piattaforma specializzata in software antiplagio e rilevamento di contenuti AI

In un’epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, l’intelligenza artificiale sta trovando un ruolo sempre più rilevante nel settore educativo. Una ricerca recente, condotta da TGM Research per conto di NoPlagio.it, una piattaforma specializzata in software antiplagio e rilevamento di contenuti AI, ha rivelato dati sorprendenti sull’uso dell’IA da parte degli studenti italiani. Lo studio ha coinvolto 1007 studenti italiani tra i 16 e i 18 anni, e ha mostrato che il 65% di loro utilizza strumenti come ChatGPT per fare i compiti e scrivere saggi. Inoltre, una percentuale significativa di studenti usa l’IA per cercare informazioni, svolgere compiti, imparare e persino rispondere ai test.

Chorst Klaus, uno dei fondatori di NoPlagio.it, sottolinea l’importanza di un utilizzo consapevole dell’IA. Egli afferma che l’intenzione non è quella di demonizzare l’uso dell’IA, ma di promuoverne un uso consapevole per contrastare l’ignoranza che potrebbe colpire i giovani. Klaus ritiene che anche gli insegnanti dovrebbero essere i primi a approfondire la materia per guidare i ragazzi verso un utilizzo corretto dell’IA.

Nonostante l’entusiasmo per l’IA, emergono anche diverse preoccupazioni. Il 64% degli studenti teme un uso illimitato dell’IA sia a scuola che nel mondo del lavoro, e il 54% degli intervistati dichiara di non fidarsi completamente dei contenuti prodotti da ChatGPT, mentre solo il 25% ritiene lo strumento affidabile. Geograficamente, l’uso dell’IA è più diffuso nelle città di Napoli e Torino, seguite da Milano e Roma. I sedicenni risultano essere leggermente più attivi nell’uso di questi strumenti rispetto ai diciottenni.

Guardando al futuro, il 68% degli studenti prevede di continuare a utilizzare l’IA, con una percentuale leggermente più alta tra i ragazzi rispetto alle ragazze. L’IA viene percepita come uno strumento utile nella vita quotidiana da una parte degli studenti, ma la maggioranza rimane preoccupata per un uso potenzialmente illimitato e incontrollato. Solo una piccola percentuale degli studenti ha una visione estremamente negativa dell’IA, con le ragazze che esprimono maggiori preoccupazioni rispetto ai ragazzi.

Per quanto riguarda l’inclusività dei contenuti prodotti dall’IA, quasi la metà degli studenti ritiene che si possano evitare pregiudizi con un utilizzo attento, mentre altri credono che i contenuti possano riflettere i pregiudizi presenti nei dati utilizzati per l’addestramento degli algoritmi. La maggioranza degli studenti non crede che l’IA possa influenzare significativamente l’opinione pubblica, anche se una parte teme che questo rischio sia reale e ritiene che sia possibile evitare tali rischi attraverso politiche di controllo e restrizioni governative.

Confrontando i dati con quelli di altri paesi europei, emerge che l’uso dell’IA per scopi educativi è diffuso anche in Germania e Spagna, con percentuali simili a quelle italiane. In conclusione, la ricerca evidenzia un’ampia diffusione e una crescente dipendenza dall’IA tra gli studenti italiani, accompagnata da preoccupazioni significative riguardo alla fiducia e all’uso etico. Promuovere un utilizzo consapevole e informato dell’IA è fondamentale per sfruttare appieno il potenziale di questi strumenti nell’educazione senza incorrere in rischi indesiderati.

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