Iran, redatta una lista nera di 34 persone sanzionate: tra queste Anna Bonfrisco

Il ministero degli Esteri iraniano ha divulgato una nota in cui fa sapere di aver redatto una lista nera di persone che saranno sanzionate per il sostegno fornito al terrorismo e ai gruppi terroristici e aver fomentato violenza in Iran. Tra le 34 persone sanzionate rientra l’eurodeputata leghista, Anna Bonfrisco

di Corinna Pindaro

L’Iran ha deciso di sanzionare ed inserire in una lista nera numerosi soggetti accusati di aver fornito “sostegno al terrorismo e ai gruppi terroristici, istigato atti terroristici e violenza contro il popolo iraniano, interferito negli affari interni della Repubblica islamica, fomentato violenza e disordini in Iran, diffuso false informazioni sull’Iran e partecipato all’escalation di sanzioni crudeli contro il  popolo iraniano”. Lo si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Teheran che precisa si tratta di “una risposta” alle nuove sanzioni imposte da Ue e Regno Unito. Nel dettaglio le sanzioni prevedono il blocco dei conti e delle transazioni nei sistemi finanziari e bancari iraniani, il congelamento dei beni all’interno della giurisdizione della Repubblica islamica nonché il divieto di ingresso in Iran.

Tra le 34 persone sanzionate figura Anna Bonfrisco, eurodeputata leghista. La nota dell’autorità iraniana non precisa come mai la Bonfrisco rientri tra le persone sanzionate ma la ragione è da ricercarsi, probabilmente, nel fatto che l’eurodeputata fa parte della Commissione per gli Affari esteri e della Delegazione per le relazioni con Israele.

All’interno della lista nera figurano poi, tra gli altri,  il ministro francese dell’Edilizia abitativa Olivier Klein, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, i vertici del settimanale francese Charlie Hebdo, Bernard-Henry Levy, eurodeputati di Germania, Svezia e Paesi Bassi, il danese Rasmus Paludan, protagonista di diversi eventi pubblici durante i quali sono state bruciate copie del Corano, il think tank britannico Henry Jackson, la procuratrice generale della Gran Bretagna Victoria Prentis ed il capo di Stato maggiore dell’esercito britannico Patrick Sanders.

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