Israele, massiccio attacco ad opera di Hamas dalla Striscia di Gaza. Netanyahu: “E’ guerra”

Immediata la risposta militare di Israele che con l’operazione “Spade di ferro” ha lanciato la controffensiva denominata “Spade di ferro”, con un massiccio attacco aereo su Gaza. Ferme le condanne di Hamas da parte di Europa e Usa, Mosca chiede un cessate il fuoco

di Carlo Longo

Si chiama“ Alluvione al-Aqsa”, l’operazione di guerra messa in atto da Hamas contro Israele.  Dalle prime luci dell’alba dalla Striscia di Gaza sono piovuti almeno 5 mila razzi verso il sud e il centro di Israele, Tel Aviv e Gerusalemme comprese. Non solo, e questo è il dato senza precedenti, dall’enclave palestinese sono entrati nel territorio decine di soldati armati. Al momento in cui scriviamo si parla di di oltre 250 morti e più di 1450 feriti, ma il bilancio è destinato tragicamente a salire. L’organizzazione paramilitare palestinese ha, inoltre annunciato la cattura di soldati israeliani pubblicando le immagini.

Per le dimensioni dell’operazione si ipotizza che sia stata lungamente organizzata. Il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammad Deif, da Gaza ha definito l’operazione “Alluvione al-Aqsa” giustificata “dalla profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme” e dal costante rifiuto da parte di Israele di “liberare i nostri prigionieri”. Il rapimento dei soldati israeliani potrebbe quindi servire in future trattative per lo scambio o la liberazione di prigionieri palestinesi. Per tutta risposta, il ministro della Difesa israeliano Joav Gallant ha denunciato che “Hamas ha lanciato una guerra ed ha commesso un grave errore”.

Immediata la risposta di Israele. Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha detto che “non è solo un’operazione, è proprio una guerra” e ha lanciato la controffensiva denominata “Spade di ferro”, con un massiccio attacco aereo su Gaza. Netanyahu  ha risposto agli attacchi bombardando alcune postazioni a Gaza e richiamando i riservisti. Tra gli edifici colpiti è stata distrutta anche la White Tower di Gaza, un palazzo di 14 piani con abitazioni, uffici e sede anche di agenzie di stampa. Il premier israeliano ha inoltre lanciato un appello a essere “uniti per vincere questa guerra” e che “i nemici pagheranno un prezzo elevato” per l’aggressione di stamane. In serata ha poi ribadito che Israele avrà “una potente vendetta per questa giornata buia”.

E intanto a farne le spese sono sempre i civili. A Gaza si respira un clima di vero e proprio terrore a causa della controffensiva messa in campo da Israele. “Questa volta la gente, qui a Gaza, ha ancora più paura. Questa volta ci aspettiamo da Israele una reazione enorme. Molto più forte rispetto alle operazioni militari, peraltro già devastanti, effettuate contro la Striscia di Gaza negli anni passati”, ha raccontato Sami, 50 anni, palestinese, da 25 giornalista da Gaza City. “La gente qui ha cominciato sin dalla mattina a prendere d’assalto mercati e supermercati. Si sono tutti gettati sui prodotti alimentari di base, scatolame, farina, e verdure che si conservano. Si preparano al peggio, si preparano a resistere a Gaza. Nella Striscia non esistono bunkers per i civili. Sono appena tornato da un giro per fare delle riprese. Le strade di Gaza City sono deserte. Quasi ci fosse un coprifuoco. Quello che può fare la gente è chiudersi a Gaza ed aspettare. Noi stiamo ricevendo decine di chiamate di amici e parenti che hanno paura perché aspettano un “colpo” israeliano enorme”, ha aggiunto.

Dall’inizio dell’attacco sono pervenute ferme condanne ad Hamas da parte di Usa ed Europa. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, ha sostenuto “la più ferma e convinta condanna” del “proditorio attacco, che attenta alla sicurezza di Israele e allontana la prospettiva di una pace duratura – da tutti auspicata e avvertita come necessaria – tra israeliani e palestinesi”.

“Ho appreso – ha scritto Mattarella a Herzog – con profonda costernazione la notizia dell’attacco che dall’alba di questa mattina ha coinvolto diverse regioni dello Stato di Israele. In queste drammatiche circostanze giungano a Lei, signor presidente, e a tutti i cittadini israeliani le espressioni della solidarietà dell’Italia. Siamo sinceramente vicini al lutto delle famiglie delle vittime e auguriamo ai numerosi feriti un pronto e completo ristabilimento”.

“Siamo tutti preoccupati, attaccati al  televisore per capire cosa succede”, ha affermato il presidente della comunità ebraica italiana in Israele Vito Anav, raggiunto dall’AdnKronos. Quanto descritto appare una “situazione estremamente grave”,  sottolineando che per la prima volta le autorità israeliane parlano di “guerra” e non di operazione militare. Le reazioni degli israeliani di origine italiana sono quelle degli  altri cittadini, ciascuno secondo le proprie opinioni, rimarca Anav.  Che personalmente auspica una risposta israeliana “forte e  responsabile”, perché “non siamo un popolo che ama vedere morti e  feriti dall’altra parte, bambini e anziani”.  Quanto avviene è un fatto “epocale”, è dal 1948 che forze nemiche non  entrano nelle città. “Il primo compito di un paese è proteggere i  propri cittadini”, sottolinea Anav, ricordando come oggi fosse non  solo Shabbat ma anche a festa della Torah, la chiusura del ciclo di 21 giorni di feste di Rosh Hashana.

Il Pentagono lavorerà per assicurare che Israele abbia “quello di cui ha bisogno per difendersi”, ha annunciato il ministro della Difesa americano Lloyd Austin, secondo quanto riportato dai media americani.

Da Mosca, invece, è pervenuto l’invito ad un cessate il fuoco. Lo ha fatto sapere alla Tass il rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e i Paesi africani e viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov. “Si tratta di una ricaduta di un conflitto che dura da 75 anni. Mosca è in contatto con tutte le parti, compresi i Paesi arabi. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e la pace” ha detto, commentando l’aggravarsi del conflitto israelo-palestinese. Anche Egitto ed altri Paesi stanno provando a compiere sforzi per una de-escalation del conflitto, ma al momento si tratta di sforzi ad una fase embrionale.

“La nostra priorità ora è fermare l’aggressione israeliana, non vogliamo perdite fra il popolo palestinese”, ha affermato il presidente palestinese Abu Mazen. “L’ingiustizia” nei confronti dei palestinesi sta portando il conflitto con Israele verso un’esplosione”, ha affermato Abu Mazen, in un colloquio telefonico con il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Il presidente palestinese, comunque, ha attribuito l’escalation in corso “alle pratiche dei coloni e delle forze di occupazione israeliane, e all’aggressione contro i luoghi santi islamici e cristiani” .

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